Un nido sonoro

Le ricerche nel campo della Pedagogia della Musica e dell’Apprendimento Musicale svolte negli ultimi 40 anni da Edwin E. Gordon hanno dimostrato che l’attitudine musicale è in fase di sviluppo fino ai 9 anni di età circa e che sono in particolare i primi 3 anni di vita dell’individuo a costituire la finestra di apprendimento più importante. Questa attitudine è in parte innata e in parte ambientale: questo significa che ogni bambino possiede il proprio seme di suono, la propria essenza sonora fin dalla nascita, ma altrettanto importante è l’ ambiente stimolante  che lo aiuterà a curare e coltivare il linguaggio musicale. Si perchè si tratta di un vero e proprio linguaggio, e come per tutti i linguaggi, la stimolazione e la possibilità di esperire in ambito sonoro è indispensabile affinchè si sviluppi al massimo delle sue potenzialità. Pensiamo a un genio della musica come W. A. Mozart. Sicuramente il gene della musica era innato in lui, eppure sarebbe diventato il genio supremo che conosciamo se non fosse nato in una famiglia di musicisti, in cui quotidianamente fin dalla culla “respirava” musica e suoni di qualità?

Educare i bambini non significa farli uscire dallo stato di vuoto musicale in cui si suppone che essi si trovino, per portarli a un determinato livello di competenza, al contrario significa sviluppare una attività ludica già presente in loro… riscoprendo il senso di una reale “non direttività”… esiste in ogni bambino una tendenza e noi in definitiva la rispettiamo e la incoraggiamo.

Francois Delalande

Nello stesso modo in cui ogni bambino viene linguisticamente esposto a stimoli differenti, varietà, ripetizione e complessità delle proprie proposte daranno al bambino la possibilità di costruire un proprio vocabolario musicale, che gli permetterà di apprendere il linguaggio e utilizzarlo come straordinaria opportunità di espressione e comunicazione.

UN NIDO SONORO

Quando il bambino arriva al nido, si trova subito immerso in un nuovo ambiente sonoro. Le voci degli altri bambini, delle educatrici, sono diverse da quelle che finora aveva conosciuto nell’ambiente familiare, e contribuiscono a creare un nuovo involucro sonoro per le sue proprie produzioni vocali: lallazioni, vocalizzi, gridolini e grida vere e proprie, di diversa intensità e acutezza. Il bambino scopre come nel nido può richiamare l’attenzione con questi suoni che produce, e poco alla volta impara a modularli come un vero linguaggio, entrando a far parte di un gruppo vocale, quello del nido, in cui per la prima volta fa le prime esperienze musicali: le caratteristiche di queste esperienze determineranno la futura identità sonora del soggetto.

Nel corso del primo anno i bambini:

  • sono sensibili ai suoni e alla musica
  • distinguono le voci familiari e si tranquillizzano ascoltando la voce della madre
  • individuano il luogo di provenienza dei suoni
  • manifestano interesse per gli oggetti che producono suono
  • riconoscono e mostrano preferenze per i canti e i brani musicali ascoltati
  • producono vocalizzazioni e lallazioni che amano ripetere soprattutto quando dialogano con un adulto
  • colgono le diverse espressioni della voce
  • fanno i primi tentativi di canto
  • si muovono al ritmo della musica
  • percuotono oggetti per produrre suoni

Purtroppo spesso la colonna sonora che accompagna la vita del nido è  lasciata alla casualità e raramente diventa oggetto di programmazione. Favorire l’attività musicale spontanea nei bambini significa dare strumenti e voci per raccontare le proprie emozioni, seguirle nelle loro variazioni e intensità, sperimentarle.

 

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