Stimolazione precoce nei bambini con problemi

A cura di dott.ssa Angela Semeraro

Lo sviluppo psicomotorio del bambino poggia sull’attività’ senso motoria. Essa accompagna il percorso cognitivo ed affettivo del bambino e sostiene lo sviluppo motorio, neuropsicologico, senso percettivo e linguistico. Normalmente il neonato passa da un sistema sensoriale – motorio –affettivo grossolanamente coordinato ad una buona coordinazione. Nel corso dei due anni il bambino ha già dedicato gran parte del suo tempo ad attività motorie sviluppando il proprio Sé affettivo e cognitivo.

Purtroppo ci sono bambini di età compresa tra 0 e 3 anni ai quali è stato rilevato un problema che rallenta o impedisce questo naturale sviluppo. Ad esempio:

  • Nati a rischio con un punteggio Apgar inferiore a 7, con sindromi genetiche, con alterazioni psicofisiche, neuromotorie e sensoriali, con deficit multipli.

Uno dei metodi che le educatrici e genitori possono prendere in considerazione per aiutare il bambino in difficoltà e’ la stimolazione precoce, che ha come obiettivo quello di sostenere e affiancare il bambino in tutti gli aspetti strutturali dello sviluppo e lo scopo di fornire esperienze utili a colmare lo scompenso attraverso un percorso sistematico che rinforzi la condotta del bambino per raggiungere se possibile i normali modelli di crescita supportati da una diagnosi tempestiva. Questo programma di stimolazione precoce comprende tre aree: quella fisica, psichica e senso motoria strettamente connesse tra di loro.

I pro e i contro della stimolazione precoce

In generale, secondo gli esperti, i modi e i gradi della stimolazione che un bambino riceve dall’ambiente che lo circonda influenzano, di fatto, il numero e la densità delle connessioni delle sue cellule cerebrali, nonché l’ampiezza dei vasi sanguigni che irrorano il cervello. Per J. Piaget, lo stimolo è “un alimento funzionale per l’attività”.

Attenzione però: gli studiosi evidenziano anche che un eccessivo bombardamento di stimoli precoci nei bambini piccoli produce una sovrastimolazione che potrebbe avere come effetto esattamente l’opposto di quello dediderato! Il bambino potrebbe perdere interesse nelle attività  proposte, e la sovrastimolazione a cui viene sottoposto può  interferire profondamente con il suo benessere (Sylvie Hétu, “The myth of early stimulation for babies”).

I bambini con problemi alla nascita

Bambini di età compresa tra 0 e 3 anni, ai quali, al momento della nascita, sia stato riscontrato un indice di valutazione inferiore alla media oppure la presenza di un deficit, possono trarre invece beneficio da una stimolazione precoce che coinvolga in particolare gli aspetti sensoriali.

In questo caso, STIMOLARE significa proporre idee, tecniche, suggerimenti immagini ed oggetti che per il bambino abbiano un senso, ricordando sempre che gli stimoli più efficaci sono quelli connessi alla sue routines quotidiane. Si tratta di proposte che genitori ed educatori possono mettere in atto su precisa indicazione di pediatra, logopedista, psicologo, fisioterapista, a seguito di una precisa diagnosi.

Nel processo di stimolazione e’ sempre e comunque importante tener presente che ogni bambino è un individuo a sé e si sviluppa secondo i propri ritmi, anche nel caso di bambini con problemi: per questo, le proposte di stimolazione precoce devono in ogni caso essere personalizzate e associate alla fase specifica dello sviluppo del bambino, poiché in caso contrario si rischia di proporre qualcosa che e’ stimolante solo per chi la propone senza che abbia alcun senso per il piccolo. Significa che devono dare impulsi a funzioni già esistenti che hanno bisogno di essere risvegliate ed attivate mediante stimoli appropriati. Inoltre, la stimolazione va diretta al bambino nel suo insieme e non ad un organo o funzione specifica.

Anche in questo caso bisogna comunque evitare il rischio di bombardamento di stimoli, che rischiano di disinteressare il bambino e di fargli perdere fiducia in se stesso e nelle proprie possibilità . Fornire stimoli che agevolino il progresso evolutivo del bambino sia con gravi che con lievi problemi significa attuare un programma mirato che non nasce dall’improvvisazione: sotto la supervisione specialistica genitori ed educatrici dovranno considerare tutti gli aspetti sia cognitivi che affettivi.

Alcuni esempi: La stimolazione tattile nei neonati

Tutti i neonati traggono beneficio importante dal contatto fisico, in particolare con la mamma (ne abbiamo parlato qui>>>). I bambini con problemi alla nascita necessitano di attività aggiuntive per normalizzare il senso del tatto, come ad esempio:

Proporre esperienze tattili aumentandone gradatamente la durata, la frequenza e l’ intensità

  • strofinarne con delicatezza il corpo con vari tipi di tessuto; applicare oggetti di differente temperatura sulle sue parti del corpo; carezzare gentilmente, picchiettare e strofinare tutto il corpo.

La tecnica del gesto interrotto per i bambini da 1 anno Una delle tecniche più usate per la stimolazione e’ ad esempio quella del “gesto interrotto”. Essa prende il nome di stimolazione senso motoria, perché partendo dall’area sensoriale produce risposte motorie. Si tratta di una serie di attività compiute davanti al bambino guidando la sua mano, iniziando il movimento e lasciando che sia lui a portarlo a termine.

Questo significa aiutare il cervello a innescare funzioni psiconeurologiche sapendo che chi ha un deficit impiegherà più tempo per acquisire alcune funzioni. Se il bambino collabora attivamente e partecipa di sua iniziativa agli esercizi si parlerà di sensopsicomotricita’.


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