Routines e momenti di cura al nido

Le routines ricoprono un ruolo fondamentale nella giornata educativa e non devono essere separate dalle altre attività del nido. Il pranzo, il riposo ed il cambio non rappresentano, infatti, semplici cure “assistenziali”, bensì momenti altamente educativi, poiché consentono una conoscenza reciproca tra bambino e adulto ed aprono un ambito privilegiato di interazioni interpersonali; il bambino partecipa attivamente e sviluppa efficacemente intenzionalità comunicativa e strategie cognitive. Inoltre l’adulto, occupandosi delle istanze fisiologiche e di cura del bambino, ne facilita il rapporto con il corpo, l’esplorazione e la conoscenza della realtà. Le teorie psicologiche dell’età evolutiva indicano come, proprio a partire dalle personali esperienze fisiologiche, il bambino inizi le prime avanscoperte alla conquista del mondo circostante ed edifichi un fitto sistema di vissuti fondamentali legati ad ognuna di esse:

  • IL PRANZO: l’atto del mangiare per un bambino ha un alto significato di rapporto affettivo, basti pensare al legame che instaura con la figura materna attraverso il cibo. Il momento del pranzo è un’occasione di socializzazione, di contatto con il personale educativo e con i coetanei e rappresenta uno dei più significativi passaggi dall’intimità familiare ad una situazione sociale nuova ed allargata.

A tavola si apprendono e si interiorizzano molte regole culturali necessarie al bambino per un cammino verso l’autonomia. Inoltre, il cibo si configura come un’occasione di scoperta: il bambino, incuriosendosi ai sapori e assaggiando nuovi piatti, esplora il mondo.

Affinché il pranzo rappresenti un momento formativo è utile che:

– sia svolto in un’atmosfera rilassante e tranquilla;

– siano rispettati i tempi di ciascun bambino e siano calibrati i tempi di attesa tra una portata e l’altra in relazione alle esigenze dei bambini;

– sia rispettato il quantitativo di cibo da servire ad ogni bambino in rapporto all’appetito e sia dosata l’acqua;

– il bambino sia educato alla scoperta, attraverso l’assaggio graduale di nuovi cibi;

– il bambino sia educato alla formazione del gusto.

Per valorizzare gli aspetti comunicativi tra bambini e educatrice e tra coetanei, che il pranzare assieme facilita, è prefigurabile una situazione in cui:

– l’educatrice possa interagire con tutto il gruppo dei bambini;

– l’educatrice abbia nelle vicinanze tutto l’occorrente per il pasto in modo da non doversi allontanare dai bambini;

– il personale predisponga tavoli a “ferro di cavallo” attorno ai quali siedono i bambini, in modo che tutti si possano guardare e interagire, e l’educatrice sia al centro.

Il valore educativo del pranzo varia notevolmente secondo le fasce d’età. Poiché i bambini piccoli durante i pasti sono totalmente dipendenti dagli adulti, è necessaria una continuità della figura di riferimento: il bambino riconosce la persona che gli dà il biberon ed instaura con essa un primo rapporto di fiducia; è quindi importante evitargli eccessivi cambiamenti e relativi sforzi di adattamento.

Nonostante questo sostanziale stato di dipendenza, il bambino, succhiando il biberon, è in una posizione attiva, mentre l’adulto rimane semplice osservatore.

Il ruolo attivo del bambino deve essere mantenuto anche nella fase di svezzamento: l’adulto, rispettando i ritmi del bambino, può intervenire ma non interferire, aiutandolo a mangiare.

Per i bambini grandi, che pranzano in autonomia, è necessario fornire sicurezza offrendo loro un’occasione per vivere questo momento in modo sereno e costruttivo nel rispetto dei propri tempi.

Poiché il vissuto familiare interviene in forma preponderante nel momento del pranzo, è opportuno conoscere le modalità di relazione affettiva mediate dal cibo tra madre e figlio, le abitudini e i gusti del bambino, le eventuali difficoltà psicologiche legate ai pasti; a tal fine è necessario predisporre colloqui con le famiglie per meglio intervenire coerentemente e congiuntamente, ricercando occasioni di mediazione in caso di discrepanze tra l’agire dei genitori e l’agire del servizio.

  • IL RIPOSO: è compito dell’educatrice aiutare il bambino ad addormentarsi e il sonno deve essere vissuto dal piccolo serenamente, per consentirgli di superare ed accettare il distacco dalla realtà.

È importante aiutare il bambino a rilassarsi attraverso la predisposizione di alcuni accorgimenti:

– utilizzare un ambiente adatto, rilassante e tranquillo;

– disporre i lettini a raggiera in modo che l’educatrice possa stare al centro e vicino ad ogni bambino;

– fornire al bambino i suoi oggetti cari;

– tenere il bambino in braccio e cullarlo.

È opportuno che il “distacco” sia delicato, lento ed accompagnato da gesti, carezze, ritmi e rituali, in modo da preparare il bambino al momento del sonno.

Anche al risveglio è necessario prestare particolare attenzione, rispettando i tempi di ciascun bambino:

– parlare con tono basso;

– utilizzare luci soffuse;

– suonare musiche dolci;

– muoversi con calma e senza fretta per favorire il passaggio dal mondo del sonno a quello del reale.

  • IL CAMBIO: la pulizia e il cambio del bambino devono avvenire attraverso esperienze di contatto calde e stimolanti. I momenti di cambio consentono un’interazione corporea tra bambino e adulto e costituiscono per l’educatrice occasioni per instaurare un rapporto individualizzato e privilegiato.

Per il bambino, poiché si sente curato e prova giovamento dalla sensazione di pulito, il cambio è un momento di piacere.

Affinché questa attività molto coinvolgente sia presentata sotto forma di “dialogo giocoso”, è possibile attuare alcuni accorgimenti:

– favorire la scoperta e la conoscenza del corpo attraverso il toccare, lo strofinare, l’odorare, ecc.;

– proporre giochi riguardanti la percezione del corpo;

– favorire un cambio il più possibile individualizzato.

Attraverso un cambio partecipato e condiviso il bambino acquisisce il progressivo controllo degli sfinteri.

Inoltre, il cambio e la pulizia possono rappresentare occasioni d’apprendimento, poiché vengono stimolati tutti i sensi e le relative sensazioni (asciutto/bagnato, caldo/freddo, odorare profumi, guardarsi allo specchio, ecc.).

Per saperne di più: corso “FAVORIRE L’AUTONOMIA DEI BAMBINI ATTRAVERSO CURA E RITUALITA’

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