Quel malessere del finesettimana…

Lavoriamo tutta la settimana al nido o alla scuola dell’infanzia, corriamo per fare la spesa, poi ci sono i nostri figli e magari i genitori anziani… e puntualmente quando arriva il venerdì sera iniziamo a sentire un malessere generale.

E’ quello che ironicamente negli ambienti educativi viene chiamata la “sindrome del finesettimana“. Non è una vera e propria patologia, quanto piuttosto uno stato di malessere che somma diversi sintomi: la testa calda, un po’ di febriciattola, un senso di nausea che il sabato e la domenica possono diventare insistenti e rovinarci il weekend tanto atteso. Così il fine settimana fuori porta diventa un strazio, giocare con i figli una fatica, fare shopping o uscire a cena uno sforzo di cui si farebbe (e, spesso, si fa) volentieri a meno.

“Ma perché proprio nel week-end? Proprio quando si vorrebbe dedicare un po’ di tempo alla famiglia e a se stessi?”, ci chiediamo. Siamo proprio sicuri di non conoscere la risposta? In fondo potrebbe esserci un motivo ben preciso, seppur non troppo consapevole, che porta il nostro corpo a reagire così.

Un primo motivo: il nostro sistema immunitario è costantemente messo alla prova.

Chi lavora nelle comunità infantili lo sa: siamo costantemente bombardati da virus e batteri che derivano dal contatto con i bambini, e appena il nostro sistema immunitario cerca di abituarsi a una malattia, ecco che arriva un nuovo “ceppo” di gastroenterite, di influenza, di placche, e la storia ricomincia. Il primo anno di lavoro al nido è di solito il peggiore, perché ancora il nostro sistema immunitario è impreparato a questo bombardamento. Ma poiché è il primo anno, si cerca di resistere per tutta la settimana, “accasciandosi” nel weekend e cercando di rimettersi in forze per il lunedi. Dal secondo anno in poi le cose migliorano, ma spesso le ricadute ci sono, perché sebbene il sistema immunitario nasca autonomo e autoeducante, cioè potenzialmente programmato per diventare un’efficiente compagno di vita, allenandosi a combattere i virus e i batteri, tuttavia esistono moltissimi ceppi virali, e la reazione del nostro corpo è continua.

Aggiungiamo anche una riflessione sul fatto che molto spesso i bambini vengono riportati al nido o alla scuola dell’infanzia non ancora completamente guariti. Sarà colpa del certificato medico per le assenze lunghe, che in molte regioni non è più obbligatorio per il rientro? Del buonsenso dei genitori, che a volte rimandano al nido i bambini non perfettamente guariti? O del fatto che troppi giorni di assenza creano problemi organizzativi e di conciliazione alle famiglie? Tutti e tre, forse.

Un secondo motivo: la stanchezza che si accumula.

E’ stato scientificamente dimostrato che lo stress può provocare due reazioni, una positiva (eustress) e una negativa (distress). E’ proprio il distress, il più pericoloso, che in determinate condizioni può sfociare in patologie psicosomatiche, anche in base alle capacità dell’individuo di trovare dentro di sè delle risorse necessarie utili ad affrontare una situazione di “emergenza”.

Quindi è lo stress intensivo e cronico che deve essere particolarmente evitato, infatti a lungo termine può causare un vero e proprio indebolimento della salute!

Tutti i nostri organi principali vengono coinvolti nel momento in cui ci imbattiamo in una situazione di distress, e in particolare ne risente il sistema immunitario, rendendoci più  attaccabili da tutti i virus e batteri “di passaggio”. E lavorando in ambienti di comunità infantile, di virus e batteri se ne incontrano molti durante la settimana!

La “sindrome del finesettimana” è più frequente quando attraversiamo periodi fortemente stressanti e frenetici, perché certe volte il nostro corpo è più pronto della nostra coscienza a capire che è il momento di fermarsi, rallentare, limitarsi; che si ha bisogno di “dare fuoco” a tutta una serie di preoccupazioni, pesi e pensieri, di riflettere per approcciarli in modo diverso; che si è raggiunto il nostro limite, ignorato da quel senso di onnipotenza che spesso ci accompagna…


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