Professione educatore nei servizi per l’infanzia

CHI E’ L’EDUCATORE CHE VORREBBE E L’EDUCATORE CHE E’ PER ALESSANDRO BERGONZONI: L’educatore che vorrei e l’educatore che è è un educatore che fa un altro tipo di formazione. Fa una formazione interiore poi ulteriore, poi esteriore. L’educatore secondo me non è solo chi fa questo mestiere, l’educatore è anche colui che deve essere educatore, terapeuta, assistente sociale, uomo, donna, bambino,animale,cosa,cane,albero,pianta… è inutile suddividere il tema del verde, poi il tema della conservazione dei beni artistici, poi il tema della Terra, poi il tema del Mare, poi il tema delle Carceri, poi il tema dei Migranti. Noi lavoriamo a 370 gradi su questa impostazione completamente omnicomprensiva. Così io lo vedo l’educatore. L’educatore io lo vedo che va negli asili a raccontare ai bambini che è li dove c’è il nostro Governo, il nostro Parlamento, dove si cominciano a fare leggi col cervello ed a capire la vita. Andrei li per raccontare che esiste anche l’arte, la poesia, che non esiste solo la realtà, il dimostrabile, l’esperibile, che non esiste solo la scienza ma esiste anche la coscienza, esiste anche l’invisibile e bisogna cominciare ad allargare: io lo chiamo “voto di vastità”. Io credo che questo sia anche il bisogno del “granchè”. Molti dicono che gli assistenti sociali, gli educatori non sono un “granchè”. Ecco, chiediamoci cos’è il “granchè”. Io credo che l’educatore sappia benissimo cos’è il “granchè”.

Quali strategie per l’educatore secondo Bergonzoni? Il tema è lo stato d’animo, cominciare a diventare, non avere solo bisogno di avere successo ma far succedere, non avere solo bisogno di essere avvenenti ma fare avvenire. Questo io lo dico con paura, anche se non l’avrei. E’ un tema spirituale, anche metafisico, non è un tema religioso. Io dico che devi cambiare certi, non mi fare dire valori, non mi far dire cultura, devi cambiare frequenza. Prima ho parlato di frequenza, per me è una questione quantistica, di onde. Se tu emani determinate onde puoi cambiare e muovere quello che vuoi. Se tu sei chiuso, sei tappato e credi che soltanto con la parola, soltanto con la politica, soltanto con il gesto, devi arrivare ad una rivelazione. Non è che questa rivelazione la debbano avere solo i geni, solo gli artisti, solo i papi, solo i grandi politici e condottieri; noi in nuce ce l’abbiamo tutti, dobbiamo puntare a quella rivelazione lì. (intervista breve ad Alessandro Bergonzoni l’ 11 marzo 2016 a Torino, per il convegno “La città del Noi” a cura di Mariarosa Di Marco, dalla trasmissione “Sig.re e sig.ri il welfare è sparito!-Radio Kairos” del 15/3/2016)
 

Il 2019 è l’anno di svolta per quanto riguarda i titoli di studio per lavorare nei servizi all’infanzia: a partire da settembre (inizio del nuovo anno educativo 2019/2020) infatti verranno applicate le nuove norme che definiscono il profilo dell’educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista.

In questi giorni riscontriamo negli ambienti educativi una certa confusione e incertezza sulla legittimità dei titoli già posseduti e quelli da acquisire per lavorare nei servizi all’infanzia: si rende necessario ripassare le normative e vedere bene cosa prevedono, per fare più chiarezza e sfatare alcune false credenze che nascono dalla successione e sovrapposizione degli interventi legislativi negli ultimi due anni. Ma andiamo per ordine.

Una premessa importante: i requisiti richiesti dal Dlgs 65/17 (applicativo della Legge sulla Buona Scuola) non vanno confusi con quelli previsti dalla Legge di Bilancio 2018, che ha recepito il “disegno di legge Iori”, per il profilo di ”educatore professionale socio-pedagogico” che è relativo a tutte le altre professioni educative (vedi sotto l’elenco) con esclusione dei servizi per l’infanzia 0-3. 

Con il decreto legislativo 65/17

Diventano titoli di accesso per il profilo di ”educatore professionale socio-pedagogico”:

  • La laurea in scienze dell’educazione (L19) con indirizzo specifico per educatori dei servizi educativi per l’infanzia
  • La laurea in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari.

Con la Legge di Bilancio 2018 ( la 205/2017 che contiene un emendamento che ha recepito la Legge Iori):

Per la riqualificazione degli educatori che lavorano in servizi diversi da quelli dell’infanzia è previsto dalla Legge di Bilancio 2018 un regime transitorio, entro cui gli interessati dovranno acquisire 60 CFU per ottenere la qualifica, a condizione abbiano maturato l’esperienza professionale di educatore per almeno tre anni anche non continuativi. Ad annunciare l’avvio della fase transitoria è la Senatrice Vanna Iori, con un post su Facebook che fa scoppiare la polemica, tanto che la stessa senatrice ha dovuto ribadire: attenzione, queste disposizioni non riguardano gli educatori di asilo nido. Nel frattempo, il Miur ha dato il via libera ai corsi per l’ottenimento dei 60 crediti formativi universitari.

Importante tenere ben presente quindi che un educatore dell’infanzia già in possesso dei requisiti, non ha necessità di conseguire questa ulteriore qualifica dei 60 CFU per continuare a lavorare nel settore dei servizi 0-3, ma qualora volesse concorrere come educatore di altri servizi, potrebbe accede al percorso di riqualificazione ai sensi della Legge di Bilancio 2018.

Quali sono questi “altri servizi” a cui può accedere l’educatore professionale socio-pedagogico?

Sono i servizi socio-assistenziali nei confronti di persone di ogni età, prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socioeducativi; della genitorialità e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale.

Recentemente è stato dato il via libera agli educatori socio-pedagogici anche per l’ambito socio-sanitario, che era stato inizialmente escluso dalla legge Iori. Il comma 275 della legge di Bilancio 2019 aggiunge i “servizi e i presidi socio-sanitari e della salute”, “limitatamente agli aspetti socioeducativi” alle attività dell’educatore professionale socio-pedagogico emendando il testo della cosiddetta Legge Iori, i commi 594 e seguenti della Legge di bilancio 2018, la 205/2017. Quindi con questa novità i laureati in Scienze dell’ educazione e pedagogia possono lavorare a pieno titolo anche nei servizi socio-sanitari.

Con il decreto 378/18:

Mercoledì 8 agosto 2018 è stato pubblicato inoltre il Decreto ministeriale 378/18 che definisce ancora meglio, ai sensi dell’art. 4 comma 1 lettera e del Decreto legislativo 65/17, i titoli di accesso alla professione di educatore nei servizi per l’infanzia (0-3) a decorrere dal 2019/2020.

  • si definiscono i crediti necessari affinché la laurea L19 sia considerata “specifica”
  • si definiscono le caratteristiche e i contenuti del corso di specializzazione destinato ai laureati in scienze della formazione primaria (nuovo ordinamento [LM 85bis] e vecchio ordinamento, indirizzo infanzia).

IN DEFINITIVA QUINDI:

  • I titoli per lavorare negli asili nido sono quelli indicati nel Dlgs. 65/2017 – Sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni, che prevede anche che ai fini dell’accesso al profilo restano validi i titoli previsti dalle normative regionali purché conseguiti entro il 31 maggio 2017 (data di entrata in vigore del decreto) e che siano fatti salvi gli accessi avvenuti in precedenza (chi è già in servizio). A partire dal 31 maggio 2017, chi ha intenzione di esercitare la professione di educatore socio pedagogico professionale deve conseguire la Laurea. Quindi i nuovi educatori dal 31 maggio 2017 devono avere tutti la laurea.
  • Per chi già lavora nei nidi con titoli di studio riconosciuti conseguiti prima del 31 maggio 2017, non cambia nulla.
  • Per lavorare nei servizi educativi 0/6 non è necessaria alcuna qualificazione aggiuntiva rispetto ai titoli di studio previsti dal Dlgs. 65/2017 – Sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni.
  • La legge Iori non norma il lavoro educativo nei nidi.
  • Le possibilità lavorative degli educatori socio-pedagogici professionali sono più ampie rispetto all’ambito dei servizi educativi 0/6, e comprendono anche i servizi socio-assistenziali e, recentemente, anche i servizi socio-sanitari.
 
 

   

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