Obiettivo 33%: la situazione dell'offerta di servizi educativi in Italia

Nel 2002 il consiglio europeo riunito a Barcellona ha stabilito 2 obiettivi, in termini di diffusione di servizi per l’infanzia, tra cui gli asili nido. Tutti gli stati europei devono impegnarsi ad offrire almeno questi servizi:

  1. il 33% di servizi educativi per i bambini sotto i 3 anni (asili nido e servizi per la prima infanzia);
  2. il 90% di servizi educativi perr i bambini dai 3 anni all’età dell’obbligo scolastico (scuole per l’infanzia).
 

La situazione in Italia

“Il Paese è in ritardo nel raggiungimento del cosiddetto ‘Obiettivo Lisbona’, cioè la dotazione di asili nido per il 33% della popolazione da zero a tre anni. Solo in quattro regioni l’indice di copertura dei servizi socio-educativi per la prima infanzia ha superato la soglia richiesta, mentre una forte carenza di infrastrutture la troviamo in alcune Città metropolitane e province”.

Cristina Giachi, prsidente commissione scuola dell’Anci (associazione nazionale comuni italiani)

Secondo recenti statistiche, sono pochissime le Regioni che hanno raggiunto o superato l’obiettivo. Un esempio: L’Emilia Romagna ha raggiunto già nel 2012 il 33,7% della copertura degli asili nido. Hanno raggiunto il 33% anche Valle d’Aosta, Umbria e Toscana. Sopra la soglia anche la provincia autonoma di Trento e altri comuni virtuosi, come ad esempio Pesaro.

Secondo uno studio dell’Anci, per raggiungere il 33% in modo uniforme nel nostro Paese si dovrebbero costruire 9.064 nuove sezioni di asilo nido, per un fabbisogno complessivo di quasi 2,2 miliardi.

 

Le normative italiane recenti

Sul primo fronte, quello degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia, il legislatore italiano ha integrato l’obiettivo del 33% anche nella normativa nazionale. Il Dlgs 65 del 2017 all’articolo 4 infatti recita:

Lo Stato promuove (…) il progressivo consolidamento, ampliamento, nonché l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia, anche attraverso un loro riequilibrio territoriale, con l’obiettivo tendenziale di raggiungere almeno il 33 per cento di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale

 

Differenziazioni locali nell’offerta di servizi educativi

La media stimata sul nostro territorio italiano è del 22,8%, ma emergono forti disparità nella copertura potenziale dei nidi tra le diverse zone d’Italia. In particolare tra centro-nord e mezzogiorno, ma non solo. Disuguaglianze nell’offerta di servizi sono rilevabili già a livello regionale (si va dal 6,4% della Campania al 40% della Valle d’Aosta), e sono ancora più marcate al livello comunale. Ad esempio, tra i capoluoghi, il comune di Bolzano spicca con 62 posti ogni 100 residenti sotto i 3 anni, quando a Palermo sono solo 7. Tra le grandi città, Roma e Milano si collocano attorno al 40%. Torino è al 34%, mentre a Napoli ci sono solo 8 posti disponibili ogni 100 bimbi.

Addirittura si colgono disparità nell’offerta di servizi prima infanzia all’interno di uno stesso comune, tra quartiere e quartiere. Ad esempio a Roma, dove un’offerta media molto elevata  si distribuisce in modo fortemente differenziato tra le diverse zone della città, con quartieri potenzialmente molto attrezzati per l’offerta di servizi educativi, come ad esempio l’Eur, a fronte di quartieri con offerta molto carente, come Ostia e Borghesiana.

 
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