Come migliorare la capacità di Problem Solving dei bambini da 0 a 2 anni

I bambini nascono con strumenti integrati di risoluzione dei problemi, chiamati riflessi. Appena nati vengono infatti immersi in un mondo di stimoli sensoriali che è ben più  complesso del mondo protetto che li circondava nella pancia della mamma. Per sopravvivere a questo bombardamento sensoriale, la natura dota i neonati  di un insieme di riflessi arcaici primari che permettono loro di rispondere in modo immediato e automatico ai primi problemi di sopravvivenza, ma che in genere si estinguono entro i 6-12 mesi. Infatti man mano che i neonati crescono, molte delle risposte automatiche saranno sostituite da azioni volontarie.

Fin dai primi mesi, dunque, l’acquisizione di capacità di problem solving sempre più complesse e raffinate sarà indispensabile per l’organizzazione della loro vita relazionale, sensoriale, affettiva e produttiva. 

L’esplorazione continua e costante del mondo da parte di un bambino pone le basi per le capacità di risoluzione dei problemi. I bambini di un anno risolvono i problemi osservando e imitando le persone che li circondano. Per i più piccoli, la soluzione migliore è lasciare che sperimentino e provino in mille modi, finché non arrivano al loro risultato, che potrebbe anche non essere quello che ci aspettiamo come adulti. Con la capacità di memoria, i bambini di 2 anni possono ricordare come le altre persone hanno risolto problemi simili a quelli che stanno affrontando.

A 2 mesi, i bambini diventano più vigili e desiderosi esplorare il mondo che li circonda.

A 4 mesi, il bambino ha sviluppato il controllo muscolare e la coordinazione occhio-mano per portare giocattoli e altri oggetti nella sua bocca. L’esplorazione e la sperimentazione che porta alla risoluzione dei problemi è iniziata.

Alla ricerca di risultati

Da 8 mesi, i bambini si divertono a giocare con giocattoli che producono risposte interessanti alle loro azioni. I giocattoli da prendere, scuotere e battere con movimenti e suoni inusuali sono i più  graditi dai bambini in questa fase. Queste divertenti esperienze aiutano i bambini a gettare le basi per la successiva comprensione dei rapporti causa-effetto.

Imitazione intenzionale

A partire dai 12 mesi, i bambini passano a un livello più mirato di risoluzione dei problemi. Sono in grado di superare il limite spaziale degli oggetti/giochi immediatamente di fronte a loro a portata di mano: ora possono mettere da parte un giocattolo per raggiungerne un altro più interessante (o più  utile al loro scopo). Questo amplia la gamma della ricerca e delle possibilità di risoluzione dei problemi.

Inoltre, i bambini di un anno iniziano a risolvere i problemi attraverso l’osservazione e l’imitazione. Osservano come l’adulto, o un altro bambino, compiono un particolare movimento, sfilano un anello dal gioco, producono un effetto sonoro, e provano ad imitarlo.

“Cosa succede se…?”

Una volta raggiunto il primo anno di vita, i bambini di fronte a un problema, ad una esplorazione, cominciano a porsi una domanda fondamentale: “cosa succede se …?” come approccio al problem-solving. Questa domanda li porta a sperimentare, a provare approcci e modalità diverse nella loro persistente ricerca di una soluzione.

Ad esempio, se un bambino tenta di far muovere un cane meccanico, osserviamo che lo afferra, lo scuote, lo capovolge… Non si muove… allora tocca e  spinge la chiave e dà una colpetto sulla testa del cucciolo … ancora niente… e se...? . Finalmente, prova a girare la chiave, e il cucciolo si muove!

L’importanza della memoria

All’età di 2 anni, i bambini iniziano a utilizzare un nuovo importante strumento per la risoluzione dei problemi: la memoria. Ora il bambino può osservare, pensare al problema, e poi in seguito ricordare quello che ha visto e imitarlo.

Quando a 2 anni Eleonora vuole aprire il cassetto di un mobile della casa delle bambole, ad esempio, non lo scuote più o lo sbatte come avrebbe fatto qualche mese prima. Invece, ricorda di aver visto l’educatrice, o un altro bambino, aprire il cassetto, e usa la stessa tecnica.

 

Come migliorare il problem solving dei bambini

Dal punto di vista educativo, ci sono alcune azioni che gli educatori possono mettere in atto per sviluppare la capacità di problem solving dei bambini al nido: come?

  1. Fornendo opportunità di esplorazione, offrendo ai bambini una varietà di oggetti intriganti: l’esplorazione di nuovi materiali prepara le basi per le successive capacità di risoluzione dei problemi.
  2. Permettendo ai bambini di sperimentare in modo creativo secondo le loro intenzioni, trattenendoci dall’intervenire per spiegare “come si fa”.
  3. Proponendo giocattoli che producono risposte alle loro azioni. Ad esempio, giocattoli musicali, che emettono suoni divertenti quando vengono afferrati, scossi e sbattuti, per allenare al rapporto causa-effetto.
  4. Posizionando oggetti e giocattoli interessanti appena fuori dalla portata di mano, a partire dai 12 mesi. Questo induce il bambino a cercare un modo per ottenere il giocattolo.
  5. Ponendo ai bambini domande utili, per aiutarli a trovare soluzioni ai problemi della vita reale, a partire dai due anni. Quando una palla rotola dietro un mobile, per esempio, chiediamo ai bambini come pensano di poter riprendere la palla. Condividendo le loro idee e provando insieme a seguire i loro suggerimenti (questo è quello che gli adulti chiamano “brain storming”!).

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