Materiali destrutturati, loose parts e contesti euristici

Che cosa sono le “loose parts”?

Il termine inglese, tradotto letteralmente, significa “parti sciolte“, o meglio “parti libere“: possiamo definirle allora come materiali incoerenti, sfusi, “liberi” per l’appunto, o pezzi di riciclo che provengono da usi diversi e che non hanno un utilizzo predefinito.

La teoria dell’uso creativo delle LOOSE PARTS è nata grazie all’architetto e designer Simon Nicholson nel 1971.

“In qualsiasi ambiente, sia il grado di inventiva e creatività, sia la possibilità di scoperta, sono direttamente proporzionali al numero e al tipo di variabili in esso contenute.” (Simon Nicholson).

Che cosa significa?

Nicholson pensava che quanti più stimoli diversi ci sono in un ambiente, maggiore è la capacità di inventare, creare e scoprire. Inoltre, ha considerato che TUTTI i bambini sono potenzialmente creativi, desiderosi di esplorare e scoprire il mondo.

All’architetto Nicholson venne affidata la progettazione degli spazi esterni di una scuola dell’infanzia di Reggio Emilia, e lavorando sui materiali naturali e di riciclo, arrivò a formulare nel 1971 la Theory of Loose Parts (una teoria che Nicholson ha sempre definito “la scoperta dell’acqua calda”) basata sull’intuizione che si possa potenziare la creatività dei bambini attraverso la presenza di materiali “aperti”, destrutturati, che possono essere costruiti, manipolati e trasformati attraverso il gioco autodiretto. Queste loose parts permettono ai bambini di diventare co-produttori di arte, spazio e cultura al fianco di artisti e architetti adulti.

In un gioco, le loose parts sono materiali che possono essere spostati, trasportati, combinati, riprogettati, allineati e smontati e rimessi insieme in più modi, in un continuo processo di decostruzione e di ricostruzione. Sono materiali senza una specifica indicazione d’uso, che possono essere utilizzati da soli o combinati con altri materiali.

Offrono ai bambini la possibilità di esprimersi, imparare, conoscere ed esplorare il mondo con la costruzione, la classificazione, il gioco libero, con l’arte … Non hanno un limite poiché non hanno una funzione specifica ma sono al servizio dell’immaginazione del bambino. Sono sempre mobili e possono essere usati da soli o combinandoli tra loro. Inoltre, essendo pezzi o oggetti sfusi, i bambini apprendono che gli oggetti possono essere assegnati a più di un uso essendo la maggior parte riciclati.

L’esplorazione con le loose parts è rivolta preferibilmente ai bambini dai 3 anni in su, ma con qualche precauzione è possibile proporla anche ai bambini più piccoli al nido, e favorisce il gioco drammatico, sociale, simbolico, costruttivo … così come la creatività, la risoluzione dei conflitti. Qualsiasi oggetto può essere una potenziale loose part se aiuta il bambino a esplorare ciò che lo circonda e non limita il suo apprendimento.

Quale il ruolo dell’adulto e la sua modalità di intervento nel proporre le loose parts ai bambini? Gli educatori dovrebbero lasciare i bambini completamente liberi di avvicinare ed esplorare il materiale, sostenendoli ed incoraggiandoli quando decidono di cambiarne la forma o l’uso.

Un compito importante degli educatori è quello della cura nella predisposizione dell’ambiente euristico, che significa predisporre l’ambiente in modo che i materiali siano fisicamente accessibili ai bambini, che dovrebbero poter utilizzarli quando e come vogliono. I materiali devono essere regolarmente revisionati, arricchiti, cambiati in modo che siano sempre disponibili nuovi materiali.

Quali materiali?

Le migliori risorse sono oggetti che i bambini trovano e creano da soli. Camminando all’aperto o anche esplorando negli ambienti domestici, i bambini raccolgono e diventano orgogliosi proprietari di oggetti caduti, scartati e dimenticati.

Ciottoli, bastoni, tappi di plastica, rondelle e pallottole, ruote di macchinine, chiavi e altro diventano i loro tesori.

 

Esempi di loose parts reperibili in:

  • Luogo naturale: acqua, sabbia, terra, bastoncini di legno, sterpaglia, tronchi, erba, muschio, foglie, fiori, pigne, pinoli, semi, conchiglie, piume, sassi, pietre…
  • Parco giochi: palle, corde per saltare, gomme, sabbia, acqua, terra, sassi, pietre, secchielli, bicchieri di carta, contenitori, attrezzi per scavare, gessetti, laccetti,…
  • Ambiente interno: blocchi, costruzioni, materiali da manipolazione, contenitori, oggetti di recupero, secchielli, bicchieri, cucchiaini, materiali da travestimento, macchinine, animali, coperte, acqua, sabbia, materiali sensoriali, materiali riciclati (rotoli di carta, carte di vario tipo, laccetti, cappelli, cartone, schiuma), oggetti di plastica, materiali artistici (bottoni, pennelli, spazzolini, pezzi di corda, etc.)

I bambini scelgono i loose parts più che i giocattoli

Anche se hanno a disposizione giocattoli di tutti i tipi, spesso osserviamo che i bambini preferiscono rimanere lungo tempo a giocare trasferendo acqua da un bicchiere all’altro, o giocando nel lavello con le carote che galleggiano come barchette.

E’ in questa libera esplorazione e creazione dei bambini che gli adulti possono vedere il loro modo concreto di pensare ed agire, o, come sostiene il famoso psicolgo Eric Erickson, gli adulti possono vedere il loro “genio naturale dell’infanzia e il loro spirito di luogo”.

“L’ abilità e le connessioni all’apprendere formale che derivano dai loose parts sono soprendenti e per questo gli educatori dovrebbero sempre includere queste attività negli insegnamenti della prima infanzia”.


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