L'estate di San Martino: attività con i bambini

Nella tradizione popolare,  il proverbio recita: “Arriva l’estate di San Martino. Dura tre giorni e un pocolino“.

Le giornate sono diventate molto più corte, l’oscurità sta avanzando, si vedono i profili dei rami degli alberi privi ormai di foglie. Il freddo si inasprisce e i semi riposano e pian piano. Ricordando il gesto di San Martino di generosità e di calore, si prepara nel cuore la luce del Natale per illuminare le tenebre.

Tradizione vuole che intorno all’11 novembre, giorno della festività del Santo, uno scampolo di bel tempo si affacci sul Bel Paese. Le prime gelate autunnali alle spalle danno tregua, un piacevole tepore, magari accompagnato dal sole, allieta un periodo altrimenti piuttosto grigio. Spesso il mito ha corrisposto alla realtà, anche perché il fenomeno si verifica con una certa continuità, come accade a tardo aprile-inizio maggio nell’emisfero boreale. Una spiegazione scientifica ovviamente non c’è, almeno non legata a questa data. Si sa che è probabile che nei periodi di transizione tra inverno ed estate (quale sono i giorni di metà novembre) si alternino eventi climatici freddi ad altri caldi.

Conoscete la leggenda di San Martino? la leggenda ha origini religiosi e narra di una storia abbastanza curiosa.

Pare che Martino di Tours, poi divenuto Santo, vedendo un mendicante seminudo e infreddolito durante un’acquazzone, gli avesse donato metà del suo mantello. E sembra che, di fronte al nobile gesto, il cielo si fosse improvvisamente aperto, la temperatura fosse divenuta più mite. L’Estate di San Martino esiste ovviamente anche nelle culture iberofone e francofone, con cui condividiamo l’emisfero. Nei paesi anglosassoni viene chiamata Indian Summer (“estate indiana”), mentre in alcune lingue slave, tra cui il russo, è chiamata Bab’e Leto.

Per tale occasione i bimbi creano coloratissime lanterne, si preparano a festa e sfilano per le vie sfoggiando le lanterne. In Germania si dice che San Martino inizi il Natale, proprio come l’Epifania lo chiude. A differenza dei paesi del Sud Europa, nel Nord il giorno di San Martino viene festeggiato in particolar modo dai bambini, che una settimana prima cominciano a preparare le loro lanterne di carta per la processione. È infatti tradizione riunirsi il pomeriggio, quando inizia a fare buio, accendere la propria lanterna appesa all’estremità di un ramo e partecipare alla processione detta Laternenumzug, cantando canzoncine come

 Lanterne, lanterne, sole, luna e stelle, date luce a noi, date luce a noi, questa luce nel Mondo vogliamo portar!

[gallery columns="4" ids="1888,1889,1890,1891"] ATTIVITA’: LA LANTERNA ACQUARELLATA

Queste lanterne fatte di carta dipinta ad acquerello sono tradizionalmente portate a mano dai bambini durante una bella celebrazione ispirata a Waldorf chiamata “passeggiata delle lanterne”. 

Facciamo preparare dai bambini la carta acquarellata con la tecnica che preferiamo: il contagocce, con il cotone imbevuto nell’acquerello, con le mani… o persino con le bustine da the imbevute nell’acquerello! (vedi foto)

[gallery ids="1893,1894,1895"] Una volta ottenuta la carta decorata necessaria, si può procedere con la creazione della lanterna, seguendo la sequenza: [gallery ids="1897,1898,1899,1900,1901,1891"]

San Martino, poesie per bambini (scuola primaria)

San Martino di Giosuè Carducci La nebbia a gl’irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo Dal ribollir de’ tini Va l’aspro odor de i vini L’anime a rallegrar. Gira su’ ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l’uscio a rimirar Tra le rossastre nubi Stormi d’uccelli neri, Com’esuli pensieri, Nel vespero migrar La leggenda di San Martino di Olga Siniscalchi San Martino sul destiero galoppava, galoppava, tutto avvolto nel mantello, tutto assorto nel pensiero. Nero il cielo, freddo il vento ed un turbine di foglie… Era autunno. San Martino galoppando udì un lamento. “Muoio”, un poverello ripeteva irrigidito. San Martino con la spada tagliò a mezzo il suo mantello. Che tepore! Al poverino gli ritorna sangue e vita, or ch’è avvolto nel mantello del pietoso San Martino. Ricomincia a galoppare nel grigiore il cavaliere quando tiepido il bel sole, per prodigio, ecco riappare! D’un azzurro intenerito che ricorda primavera si sinnova tutto il cielo, pare il mondo rifiorito. La leggenda di san Martino di N. Giustino Umido e freddo spunta il mattino, ed a cavallo va San Martino Quand’ecco appare un mendicante, lacero e scalzo vecchio e tremante Il cavaliere mosso a pietà, vorrebbe fargli la carità Ma nella borsa non ha un quattrino, e allora dice:  “Oh poverino! Mi spiace nulla io posso darti, ma tieni questo per riscaldarti.” Divide in due il suo mantello, metà ne dona al poverello. Il sole spunta e brilla in cielo, caccia la nebbia con il suo velo. E San Martino continua il viaggio, sempre allietato dal caldo raggio. Nero il cielo era; la pioggia fitta al suol precipitava nè una casa nè una roggia al meschin si presentava avanzava sconfortato, le sue gambe eran tremanti ecco un giovane soldato si presenta a lui davanti snello biondo ardito e bello, ei sta ritto sul cavallo guarda e subito il mantello svelto taglia senza fallo ne dà mezzo al poveretto, che l’indossa, e il donatore fissa. Dice ” Benedetto, sia per sempre il tuo buon cuore.” Freddo non aveva più, e Martino se ne andava ora non pioveva più, ecco il cielo rischiarava riapparì smagliante il sole, s’udì dolce un’armonia gelsomini, rose, viole, infioravano la via
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