La disgrafia si previene fin dal nido

La dis-grafia si definisce come difficoltà a riprodurre lettere e numeri in modo scorrevole e con forme grafiche proporzionate e distribuite in maniera armoniosa nello spazio. Si tratta quindi di un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) al pari della più nota dislessia (difficoltà nella lettura). Chiaramente questi disturbi si fanno conclamanti quando i bambini cominciano a leggere e a scrivere, quindi a partire dai 5/6 anni; tuttavia alcuni segnali premonitori possono essere tenuti d’occhio anche nella prima infanzia.

Infatti la disgrafia é un disturbo grafomotorio di origine neurobiologico ed è presente nel bambino fin dalla nascita. Per questo motivo, se è possibile riconoscerne i segnali precocemente, si può aiutare a migliorare il disturbo fin dall’età da nido, prevenendo forme più accentuate di disgrafia in seguito.

Come riconoscere il possibile disturbo nei primi anni?

Bambini che presentano scarsa scioltezza nei movimenti, che hanno uno scarso coordinamento, ad esempio inciampano spesso, si muovono in modo goffo, potrebbero avere difficoltà anche nei movimenti grafomotori, difficoltà che potrebbero preludere alla disgrafia.

L’esperto in psicomotricità  osserverà  principalmente i movimenti compiuti dal bambino mentre gioca, disegna, la postura da seduto, la rigidità della spalla e del braccio e la presa dello strumento utilizzato, oltre al modo in cui tiene impegnata la mano a riposo. Bisogna tenere presente che il disturbo grafomotorio non riguarda solo la mano, ma coinvolge tutto il corpo.

E, più avanti alla scuola dell’infanzia, il modo in cui gestisce lo spazio della sua espressione e della comunicazione, come distribuisce le forme grafiche sulla pagina, l’intensità della pressione esercitata dalla mano sul foglio, la variabilità nella direzione dei movimenti.

Inoltre recentemente esperti notano come una mancanza di abilità motorie delle dita e delle mani potrebbe essere attribuita all’incremento dell’utilizzo di tecnologie touch screen fin dalla scuola dell’infanzia. 

Quali attività per prevenire la disgrafia?

Se lo psicomotricista sospetta l’inizio di disturbo disgrafico in un bambino, saprà consigliare ai genitori e agli educatori un percorso specialistico adeguato.

In linea generale, sono sicuramente utili per tutti i bambini quelle attività, proposte in forma di gioco, finalizzate a:

  • sviluppare la motricità fine,
  • favorire la coordinazione dei movimenti,
  • migliorare la percezione dello spazio.

Lo sviluppo della motricità fine può  essere implementato fin dai primissimi anni al nido, ad esempio proponendo attività di manipolazione, attività in cui i bambini afferrano degli oggetti di varie forme e dimensioni (molto utili a questo proposito i pannelli sensoriali di cui abbiamo parlato qui>>), insomma tutte quelle attività in cui i bambini usano le mani per scopi mirati, come ad esempio giocare con le costruzioni o con le paste da modellare, chiudere una cerniera, etc.

Materiali che facilitano lo sviluppo della motricità fine:
  • ­ pastelli, pennarelli, gessi, tempere, matite, forbici.
  • ­ blocchi, Lego, oggetti da manipolare
  • ­ bambole e animali gioco fa vestire e svestire
  • ­ paste da modellare, colori a dita, etc.

Ci sono poi dei giochi di movimento specifici, chiamati “giochi scioglimano” che possono essere proposti anche in abbinamento e con l’ausilio di basi musicali o di strumenti che scandiscano il ritmo (metronomo, tamburelli e altri strumenti a percussione), oppure battendo le mani o cantando.

 

PER SAPERNE DI PIÙ: dal catalogo dei corsi Zeroseiplanet per la formazione continua delle educatrici di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia il corso : “PROGETTO GRAFOMOTORIO: DALLA MOTRICITA’ AL PREGRAFISMO

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