Il metodo delle domande utili

Le Domande utili sono domande aperte, che chiedono l’intervento attivo dei bambini senza imporre un ordine. Pongono la questione senza però indicare la risposta, ma solo presupponendola, e lasciando ai bambini la possibilità di attivarsi per trovare la soluzione.

Il metodo delle domande utili rientra nelle strategie farsi ascoltare dai bambini, e ha l’obiettivo di incoraggiare i bambini a svolgere compiti o incarichi in modo autonomo, rendendoli protagonisti delle loro azioni, facendo trovare loro le risposte, spronandoli a cercare soluzioni e a renderli agenti attivi del loro comportamento. Il metodo si rivela particolarmente utile con bambini che hanno un atteggiamento oppositivo/provocatorio, ai quali l’imposizione o anche il suggerimento esplicito di un’azione avrebbero come effetto una reazione di opposizione.

Ma in che cosa consiste il metodo delle “domande utili”?

Alla base di questo metodo c’è la costruzione, insieme ai bambini, di routines ed esperienze che costituiscono il basamento propedeutico per la ricerca di soluzioni alle domande. Non si tratta quindi di improvvisare un metodo delle domande utili senza aver prima lavorato sulle routines: il concetto fondamentale è che ciò che chiediamo ai bambini con le domande utili non abbia necessità di alcun suggerimento esplicito, perché rientra in un gesto abituale che il bambino richiama facilmente alla memoria.  Se la giornata è scandita dalla ritualità e dalla quotidianità dei gesti ripetuti, questo implica che l’azione richiesta attraverso le domande utili venga considerata dai bambini come naturale e spontanea.

Ad esempio, se i bambini ogni giorno dopo le attività di gioco sanno che i giochi vanno riposti nelle loro rispettive ceste o contenitori, alla domanda “Cosa si fa dopo che si è giocato?” sanno già quale sia la risposta. Quindi le domande utili presuppongono che il bambino sappia già, dal passato e da routine stabilite in precedenza, quale sia la risposta.

Come funzionano quindi le domande utili?

Invece di dare l’ordine “Adesso riordiniamo!” oppure un comando implicito del tipo “Hai messo in ordine i giocattoli?” che presuppongono un comando imposto dall’alto (dall’adulto), si pongono invece domande aperte del tipo “Cosa si fa ora?” , domanda che lascia al bambino la possibilità di attingere alla propria esperienza e alla propria memoria, e di intervenire in prima persona nell’azione.

Un altro importante obiettivo delle Domande utili è quello di spronare la capacità di problem solving dei bambini, ovvero dell’arte di risolvere i problemi (ne abbiamo già parlato qui >>>).

Poniamo quindi ai bambini domande utili per aiutarli a trovare soluzioni ai problemi della vita reale, a partire dai due anni. Ad esempio: quando una palla rotola dietro un mobile, chiediamo ai bambini come pensano di poter riprendere la palla. Condividendo le loro idee e provando insieme a seguire i loro suggerimenti (questo è quello che gli adulti chiamano “brain storming”!). Oppure, se un gioco si rompe e nelle esperienze pregresse i bambini hanno usato colla, adesivo o altro per riparare un giocattolo, la semplice domanda “Cosa possiamo fare adesso secondo voi?” apre nella memoria del bambini un contenitore di ricordi a cui attingere per trovare soluzioni sperimentate o nuove idee, che potrebbero anche stupirci!

 
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