Esplorare il suono #1: il cestino dei tesori musicale

La musica è un linguaggio insito nella natura umana.  I bambini fin dai primi giorni di vita, producono suoni con evidente piacere, prima con la voce e poi con tutti gli oggetti che capitano loro tra le mani. Il bambino produce suoni per richiamare l’attenzione, per affermare la propria identità, per esprimersi, per costruire una relazione con l’ambiente e le persone, progressivamente sempre più complessa e intenzionale.

Maria Montessori sosteneva che l’educazione musicale fosse essenziale per lo sviluppo cognitivo e la formazione complessiva dei bambini, arrivando a tracciare alcuni percorsi di introduzione alla musica che furono poi ripresi e sviluppati da didatti quali Jacques-Dalcròze, Kodaly, Orff.

Ogni gruppo umano ama la musica, crea la propria musica e il proprio linguaggio. Ogni gruppo risponde alla propria musica con i movimenti del corpo e questa musica si connette alle parole…non esistono animali che abbiano musica e danza, mentre tutta l’umanità in ogni parte del mondo conosce e crea la musica e la danza.

I bambini fin dall’infanzia dimostrano una musicalità innata. I bambini, ancora nel ventre della mamma, per nove mesi sono immersi in un “mare” di suoni e rumori, in rumorosità ritmiche che accompagnano la loro crescita, li contengono e li cullano.  Appena nati, le prime esperienze sonore sono rappresentate dal battito del cuore della mamma, dal timbro e musicalità della sua voce, dai suoni e rumori dell’ambiente che li circonda: un universo sonoro fatto di ritmo, tempo, movimento, che plasma i modi d’essere, i rapporti con l’altro, la percezione del corpo, delle emozioni e sentimenti.

Osserviamo inoltre che tutti i bambini fin dai primi mesi sono in grado di riconoscere una sequenza di suoni, e sono attratti da oggetti che producono suoni e melodie. E’ importante quindi cercare di sviluppare fin dai primi mesi questa musicalità innata, facendola diventare una vera e propria modalità comunicativa per i bambini. Le ricerche scientifiche evidenziano infatti che la musica incrementa nei bambini lo sviluppo cognitivo, promuove l’integrazione della componente logica, di quella percettivo-motoria e affettivo-sociale. La musica inoltre attiva l’ interazione tra i due emisferi del cervello, migliorando le capacità di apprendimento e facilitando lo svolgimento di operazioni complesse della mente e del corpo.  La massima capacità di apprendimento si registra nella primissima infanzia, periodo in cui viene a formarsi un alto numero di connessioni sinaptiche all’interno della corteccia cerebrale, un periodo di assorbimento e di apprendimento irripetibile.

Osserviamo però che i bambini nella loro quotidianità sono immersi in un ambiente pieno di stimoli sonori che si sovrappongono e si confondono l’uno con l’altro. Spesso i bambini subiscono passivamente stimolazioni sonore anziché parteciparvi attivamente. Cercheremo quindi di predisporre un ambiente ricco di stimoli sonori e musicali che possano arricchire la naturale predisposizione musicale dei bambini fin dalla più tenera età per permettere loro di sviluppare un ricco patrimonio sensoriale, facendo attenzione comunque a non “sovraccaricare” di stimoli: è importante la qualità dei suoni, non la quantità.

Potremmo ad esempio organizzare e predisporre in sezione un angolo musicale, dove i bambini attraverso la componente occhio-mano-movimento-esperienza uditiva possono fare esperienze di scoperta dei suoni, sperimentare, distinguere le tipologie dei suoni, affinare l’udito, e la coordinazione motoria. Un angolo sonoro dove i bambini possano sperimentare i suoni che si percepiscono con l’apparato uditivo ma anche con il tatto, la vista e con tutto il corpo: suoni che ci toccano, ci attraversano, ci provocano delle emozioni e sensazioni. Un angolo sonoro dove condurre i bambini a compiere una ricerca autonoma, che parte da esperienze spontanee di esplorazione e scoperta di oggetti sonori (voce, corpo e materiali non strutturati) per passare più gradualmente ad esperienze sempre più intenzionali e precise.

Per stimolare i bambini dal punto di vista sonoro-uditivo proponiamo anche attività specifiche, come ad esempio il cestino dei tesori , il gioco euristico e il gioco simbolico, declinate per la sperimentazione musicale.

IL CESTINO DEI SUONI E DEI RUMORI

Una delle proposte che può essere adatta fin da quando, tra i sei e gli otto mesi d’età, i bambini imparano a stare seduti, è il famoso cestino dei tesori, declinato in chiave sonoro/musicale. Il cestino dei tesori, inventato dalla psicopedagogista britannica Elinor Goldschmied, è un cestino pieno di oggetti della vita quotidiana da toccare, mettere in bocca, scuotere, guardare, attivando così tutti i sensi. A tal proposito, il Cestino dei Tesori offre al bambino piccolo la possibilità di agire in uno spazio esclusivo con gli oggetti del mondo reale capaci di catturare la sua attenzione e dei quali può fare esperienza attraverso il tatto, la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il movimento. Quando si trova seduto accanto al cestino, il bambino/a inizia spontaneamente a giocare: afferra un oggetto, lo osserva, lo tocca, emette dei suoni, porta l’oggetto alla bocca, lo lecca, lo lascia cadere, lo spinge con i piedi, ne sceglie un altro dalla cesta, riprende l’oggetto di prima, lo porge a qualcuno, e così via. Quello che possiamo osservare è che, per tutta la durata della sua attività, appare soddisfatto, concentrato e attivo. In questa  attività si mette in atto  l’apprendimento  euristico, cioè la possibilità del bambino di scoprire le cose per se stesso. I bambini vogliono esplorare e scoprire  gli oggetti e poi desiderano sperimentare come  si comportano  in relazione ad altri oggetti di diversa natura. COME PREPARARE IL CESTINO DEI TESORI SONORO-MUSICALE Il Cestino non deve essere inferiore ai 35 cm. di diametro e di 10-12,5 cm. di altezza. Deve avere il fondo piatto, senza manici e abbastanza resistente, così che il bambino possa appoggiarsi senza che si rovesci. All’interno, possiamo predisporre oggetti sonori già pronti, come ad esempio:

  • maracas per bambini,
  • nacchere,
  • bastoncini per la pioggia,
  • legnetti,
  • campanellini
oggetti sonori di recupero, come ad esempio:
  • Un mazzo di piccole chiavi (da scuotere)
  • un tagliauovo (da pizzicare)
  • due cucchiai di metallo (da battere)
  • una grattugia per mele (da grattare con un cucchiaino da caffè)
  • due piccoli coperchi di pentola (da battere)
  • tubo di cartone (tipo Scottex) da soffiare e con il quale si può amplificare la voce
  • un sonaglio giocattolo (da scuotere e da schiacciare)
  • una piccola sveglia meccanica (da ascoltare)
  • alcuni coperchi per marmellate o sughi (da schiacciare)
oppure oggetti da costruire, come ad esempio:
    • Scatoline di metallo, di legno o di cartone riempite con diversi materiali come riso, lenticchie, pastina, conchiglie… (da scuotere)
    • filo sonoro ottenuto infilando e fissando ad una cordicella alcuni campanelli (da scuotere)
    • scatolina Clic-clac ottenuta attaccando con l’adesivo due coperchi per marmellata (da schiacciare)
  • sacchettini di stoffa riempiti con materiali diversi come carta da forno, carta delle uova di pasqua, bottoni, perline, campanelli e sonagli, tappi di bottigliette di birra… (da scuotere e da schiacciare)
  • bottiglie sonore da scuotere

L’educatrice sistema in un posto raccolto e tranquillo su un tappeto il cestino contenente materiali vari fra quelli elencati sopra. Preceduto dal suono di un triangolo il gruppo di bambini viene invitato ad entrare e lasciato libero di esplorare e manipolare i vari materiali. L’educatrice ascolta e osserva i bambini, sostiene e valorizza le loro produzioni sonore. La proposta è quella di offrire delle esperienze sensoriali e sonore dando ai bambini la possibilità di esplorare, manipolare e utilizzare diversi oggetti realizzati con materiale di recupero che producono suoni e rumori. Con i bambini dai 2 anni in su, questi materiali possono essere sostituiti con strumenti musicali per permettere ai bambini di passare da un’esplorazione autonoma e spontanea ad una più intenzionale, finalizzata anche alla produzione di suoni, e con i bambini di 5/6 anni si possono dare alcune caratteristiche dello strumento oltre alla denominazione.


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