Emozioni e consapevolezza corporea

Diverse teorie hanno cercato di spiegare le origini delle emozioni, e le più recenti concordano nell’affermare che corpo ed emozioni sono inscindibilmente connessi da un legame molto stretto e si influenzano a vicenda. Le emozioni parlano attraverso il corpo, e un recente contributo scientifico di un team finlandese dell’università Aalto ha permesso di costruire una vera e propria mappa topografica delle emozioni in relazione al corpo.

Ma lo studio più affascinante è quello che permette di scoprire come nei bambini la conquista della consapevolezza corporea sia correlata all’evoluzione delle emozioni.

Fin dai primi giorni di vita nei bambini si manifestano emozioni; anzi, secondo recenti ricerche, alcune emozioni, dette protoemozioni, possono essere provate dal bambino ancora nel pancione della mamma. Si tratta di emozioni essenziali perché permettono la sopravvivenza: dal punto di vista biologico i primi meccanismi emozionali servono al corpo per prepararsi ad affrontare eventuali sfide o situazioni di pericolo, come una specie di campanello di allarme.

Le emozioni complesse compaiono, invece, dopo il secondo anno di vita e sono espressione dell’emergere della consapevolezza di sé e di quella degli altri, quindi della socialità: tra queste ad esempio la vergogna, l’orgoglio, la colpa e la gelosia.

Ma come nasce e si sviluppa la consapevolezza di sé nei bambini?

Appena nato, il bambino non ha una percezione unitaria di sé e del proprio corpo.

Partendo da un’iniziale sensazione indifferenziata del proprio corpo il bambino arriva a percepire una dimensione unitaria di sé, come un insieme funzionale di diverse parti in contatto tra loro, ma questo traguardo lo raggiunge molto gradualmente.

Durante i primi mesi, grazie al movimento e alle percezioni sensoriali provenienti dal suo corpo, arriva a costruire uno schema corporeo che gli consente di organizzare la postura del corpo in modalità via via sempre più adeguate alle relazioni che instaura con l’ambiente e con le persone intorno a sè.

Questo importante traguardo della consapevolezza di possedere un corpo unitario e una propria identità deriva dunque dalle sperimentazioni che il bambino compie sul proprio corpo, in ogni sua parte interna ed esterna, di tutte le sensazioni neurologiche, psicologiche e cognitive.

E le emozioni? Come si evolvono?

Parallelamente, e inscindibilmente dall’evoluzione della consapevolezza corporea, anche le emozioni si arricchiscono e si fanno via via più complesse. Infatti il corpo non è solo il motore principale dello sviluppo ma anche luogo di emozioni, stati d’animo legati alla ricerca del soddisfacimento dei bisogni.

Nel primo e nel secondo mese di vita il neonato comunica i propri bisogni, e interiorizza le sensazioni corporee come emozioni positive o negative (“corpo emozionale”).

Intorno al terzo mese, il bambino comincia a rivolgere la sua attenzione verso le persone e gli oggetti. Le emozioni si arricchiscono di sfumature diverse, legate alle nuove esperienze, alle nuove conoscenze condotte attraverso il corpo.

A partire dai nove mesi, man mano che procede l’acquisizione dello schema corporeo, e il bambino acquisisce una maggiore consapevolezza di sé e dell’ambiente che lo circonda, del suo essere in relazione al mondo esterno, manifesta timidezza, vergogna e paura, emozioni che lo aiutano a crescere.

L’ emergere delle emozioni si può pertanto schematizzare in tre periodi:

•Primo periodo: emozioni presenti alla nascita regolate da processi biologici. I segnali sono congruenti e facilmente distinguibili, ma non possono ancora essere considerati forme intenzionali di comunicazione.

•Secondo periodo: (2 mesi- 1 anno) comporta grandi cambiamenti e scoperte, perché il bambino comincia a comunicare le sue intenzioni e ad attuare le prime forme di controllo emozionale.  Il corpo per i bambini è il primo strumento di conoscenza, di espressione e di comunicazione, anche delle emozioni: gioia, tensione, benessere, malessere. Ecco perchè l’uso del linguaggio corporeo rappresenta il modo migliore per dialogare con i bambini.

Il corpo è visto e considerato come un ‘linguaggio’ che esprime ciò che il bambino vive dentro di sé.” G. Nicolodi

•Terzo periodo: (1-3 anni) emergono le emozioni complesse come timidezza, colpa, vergogna, orgoglio e invidia. Si tratta di emozioni apprese e richiedono una certa consapevolezza di sé avendo origine da un’auto riflessione.


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