L'educatore e l'organizzazione degli spazi al nido

di arch. Marilisa Modena

Parlare di strutturazione e organizzazione degli spazi del nido, non significa riferirsi esclusivamente alla loro distribuzione fisica ed alla collocazione dei materiali e degli arredi, ma anche essere consapevoli che occorre guardarli in una prospettiva ecologica, connotandoli come un contesto in cui gli spazi fisici sono strettamente connessi con l’ambiente socio-culturale.

Il contesto è un linguaggio silenzioso; influenza fortemente le esperienze di crescita dei bambini che vivono lo spazio con tutto il corpo e gli attribuiscono valore attraverso gli odori, i suoni e gli stimoli visivi.

Per apprendere, i bambini hanno bisogno di un contesto stabile e flessibile che offra da un lato sicurezza, intimità, conferma, e consenta di costruire la memoria di un processo; dall’altro che permetta la crescita esplorativa consentendo di provare e riprovare, scoprire, sperimentare, costruire, ricercare, inventare, garantendo continuità fisiche e psicologiche.

 

All’interno degli spazi, compito dell’educatore è quello di:

  • prevedere possibilità di gioco diverse e permettere la sperimentazione di una serie di linguaggi senso-motori, grafico-pittorici, verbali, logico-matematici, musicali…, predisponendo centri di interesse, angoli strutturati, laboratori;
  • consentire il riconoscimento dei “percorsi sociali” del gruppo (uno spazio per la foto di gruppo, uno spazio per appendere i disegni prodotti, un luogo nel quale riporre tutti i materiali ordinati per tipologie);
  • favorire la relazione in un luogo nel quale è possibile interagire comunicativamente, manifestare affetti, esprimere emozioni, comunicare informazioni, confrontare conoscenze: luogo, che offra la possibilità ad esempio di potersi mettere in cerchio per una conversazione, di esprimere scambi fra un bambino ed un adulto, fra un bambino ed un altro bambino, prevedendo anche la possibilità di attività per piccoli gruppi (lo spazio delle conversazioni, l’angolo della lettura…);
  • favorire la partecipazione alla vita della comunità coinvolgendo per quanto possibile e nelle modalità considerate opportune i bambini nello svolgimento delle azioni quotidiane (la partecipazione dell’apparecchiatura della tavola, ai lavori di riassetto e di riordino, alla sistemazione delle sedie, dei tavolini, ecc.)
  • valorizzare spazi personali per ogni bambino: il proprio lettino, il proprio giocattolo (oggetto transizionale); il bambino deve sapere che gli altri sanno e rispettano nello spazio collettivo il “suo” spazio individuale: l’armadietto nel quale inserire i propri indumenti, una scatola personale per la propria storia personale, per le proprie fotografie, ed i propri disegni, dove riconoscersi singolo appartenente ad un gruppo;
  • curare l’ordine nella sistemazione degli oggetti perché il bambino trovi sicurezza; una sezione ben ordinata alla cui pareti sono appesi immagini e cartelli ben curati e riconoscibili, in cui ogni oggetto ha una sua collocazione condivisa e riconoscibile, garantisce un ordine partecipato dove gli stessi bambini possono essere protagonisti esercitando la propria autonomia di scelta (oggetti suddivisi secondo criteri precisi, uso di contenitori trasparenti, curati e a portata dei bambini);
  • documentare le esperienze per rileggere a distanza di tempo e dare al servizio ed ai suoi protagonisti una identità che diventa storia, narrazione comune;
  • porre attenzione alla scelta dei materiali, dei colori delle strutture e degli oggetti, alla loro disposizione, per rendere un ambiente armonizzato ed esteticamente apprezzabile, gradevole e raffinato, affinché tutte le persone (bambini – genitori-operatori) stiano con piacere in questi spazi.
 

PER SAPERNE DI PIÙ: dal catalogo dei corsi Zeroseiplanet per educatrici di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia il corso:  “LO SPAZIO COME LINGUAGGIO: PROGETTARE E REALIZZARE SPAZI E AMBIENTI AL NIDO E ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA 

CHIEDI INFORMAZIONI QUI >>>

]]>