Didattica a distanza, percorso al contrario dal nido alla famiglia

Il termine “didattica a distanza” per i servizi 06 non ci convince.

Che cos’ha da spartire la didattica (dal verbo greco didasco = insegno, istruisco) con l’educare? Istruzione non è educazione.

E ancora di più, come possiamo pensare alla “distanza” quando parliamo di asili nido, di scuole dell’infanzia, in cui il contatto, la relazione, la vita sociale, sono i pilastri fondanti del rapporto con i bambini?

Parlare di “didattica a distanza” nei servizi 06 è molto difficile, e si rischia di cadere nel luogo comune dell’ utilizzo di strumenti tecnologici per proposte didattiche trasmissive, basate sull’esecuzione passiva.

Com’è allora possibile pensare ad una modalità che permetta agli educatori, agli insegnanti dei bambini della fascia d’età 06 di mantenere il contatto, la relazione, senza essere invasivi, senza sommergere le famiglie di video, di proposte, di collegamenti?

L’invito è quello di pensare all’offerta didattica a distanza come a una proposta di modi e tempi per creare una situazione di vicinanza, elemento che sta alla base della progettualità di questi servizi.

Ecco allora il termine che ci piace: non didattica a distanza, ma “offerta di vicinanza”.

Stare vicini ai bambini: che sentono la mancanza del contesto educativo in cui erano abituati a muoversi, ad apprendere attraverso i sensi ed il corpo, ad avere occasioni di esperienze;

Stare vicini ai genitori: che chiusi dentro casa sentono la mancanza di quel supporto educativo che costantemente gli educatori offrono al nido e alla scuola dell’infanzia.

Questo tempo ci dà il tempo di riconsiderare il senso del nostro ruolo educativo, e di aprirci a nuove possibilità, a nuove esperienze.

In questo momento di chiusura forzata dei servizi all’infanzia, più che mai è necessario far sentire la propria vicinanza professionale.

I nidi e i servizi all’infanzia al pari delle scuole di grado superiore hanno la possibilità di poter trasmettere alle famiglie utenti dei servizi la propria professionalità, tenendo presente che l’aspetto di cura in questo momento è affidato totalmente alle famiglie ma l’aspetto educativo può e deve comunque essere veicolato dai professionisti (educatori, coordinatori, cuochi, ausiliarie) alle famiglie in modo che questo allontanamento forzato non diventi isolamento.

Cosa possono fare gli educatori e gli insegnanti in questo senso?

Possono entrare in punta di piedi nelle case, percorrendo al contrario il percorso che eravamo abituati a fare: se prima si cercava di portare un po’ di casa dentro il nido, dentro la scuola, ora invece sono il nido e la scuola ad entrare nelle case, per mostrare la loro vicinanza, il loro “esserci”.

Al tempo stesso i genitori hanno la possibilità di “sbirciare dietro le quinte” del nido e della scuola dell’infanzia, di capire quale sforzo organizzativo e quale cura ci sia dietro le offerte di vicinanza che proponiamo loro: per rafforzare l’alleanza educativa, coinvolgiamoli e, soprattutto, ascoltiamoli.

La didattica a distanza nello 06 NON dovrebbe essere:

  • caricare i genitori di un peso eccessivo
  • “insegnare” qualcosa ai bambini
  • riempire i vuoti e il tempo dei bambini
  • sommergere di compiti, schede e “lavoretti”
  • pensare che  i genitori possano sostituire gli educatori nel loro ruolo
  • entrare in maniera invadente nelle case e nella vita delle famiglie
La didattica a distanza per lo 06 dovrebbe invece essere:
  • offerta di vicinanza e di ascolto
  • continuità dell’azione educativa
  • un modo per mantenere la relazione
  • facilitare i genitori nello stare in relazione con i propri figli
  • proporre spunti per dare la possibilità di esplorare nella quotidianità
  • entrare in punta di piedi nelle case e nelle famiglie
  • aprire il progetto educativo a nuove possibilità
 
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