ConTatto d'amore

Per il bambino la gestazione non termina con la nascita come per gli altri mammiferi. Per il bimbo c’è una fase di utero-gestazione (nel grembo materno) e una di estero-gestazione, fino ai primi sei mesi di vita dopo la nascita. Nelle prime settimane il neonato è praticamente inadatto alla sopravvivenza sia sotto il profilo motorio che cognitivo e sociale, e inoltre il suo organismo è profondamente immaturo. Secondo gli studiosi, il termine dell’esogestazione viene a coincidere con lo stadio in cui il bambino comincia ad andare a carponi speditamente, circa intorno ai 6 mesi.

 

Durante l’endo-gestazione, nel grembo materno il bambino si sentiva avvolto dalle pareti uterine, cullato dalla pressione ritmica del liquido amniotico, rassicurato, sostenuto. Faceva parte di una unità simbiotica: mamma e figlio.

Che cosa succede al momento della nascita?

Nella fase di estero-gestazione, il neonato sta tanto meglio quanto più fedelmente sono riprodotte queste condizioni. Il contatto con il seno, sentirsi circondato dalle braccia, coccolato, lo fanno sentire ancora sostenuto. Lo aiutano a prendere coscienza dei confini, che non sono più le pareti uterine, adesso sono definiti dal corpo, dalla pelle.

Ciò di cui ha innanzitutto bisogno il neonato è il contatto corporeo con la mamma: l’essere tenuto in braccio, l’essere portato addosso (ad es. con una fascia porta-bebè o con un marsupio), l’essere allattato al seno, l’essere abbracciato e coccolato. Un’antica pratica, da sempre usata in molte culture nel mondo, viene recentemente rivalutata anche da noi: si tratta del “babywearing, cioè il “portare i bambini addosso” con fasce o altri supporti porta bebè. Non è soltanto un modo comodo di tras-portarli: oggi rappresenta anche una vera e propria modalità di cura e maternage , adottata anche da alcune sezioni lattanti dove gli educatori, dopo un corso specifico seguito insieme ai genitori, hanno portato avanti la sperimentazione del babywearing con ottimi risultati.

“Un bambino puo’ non sapere in quale direzione sta andando, ma quando e’ attaccato a te, non si sente perso”  Gordon Neufeld

Il desiderio del piccolo di rannicchiarsi contro il corpo della madre corrisponde al bisogno di un involucro, di una protezione, atti a riprodurre le condizioni dell’ambiente intrauterino. Inoltre, dato che il neonato in certi casi vive con turbamento il mancato controllo dei suoi movimenti involontari, egli necessita all’inizio di essere fisicamente “contenuto”.

Le esperienze tattili in questi primi mesi sono fondamentali. Il tatto, inteso come “il senso del corpo intero”, è il primo sistema sensorio attraverso cui il feto e il neonato iniziano a “conoscere il mondo”, prima ancora che con la vista e con l’udito. Per il bambino l’essere toccato, l’entrare in contatto con il corpo della madre (sentirne il calore, l’odore, il battito del cuore, il respiro) influisce sullo sviluppo cardiorespiratorio, sull’ossigenazione del sangue, sulla regolazione termica e sulla conseguente intensificazione dello sviluppo generale.

Queste sono le fondamentali rassicuranti esperienze che il bambino deve provare anche per rafforzare in sé il sentimento di autostima: la percezione dell’identità da parte del bambino nasce proprio dall’esperienza di contatto corporeo, che gli fa percepire meglio se stesso e l’altro.

Per rafforzare l’esperienza fondamentale del contatto, diversi studi realizzati da medici e pediatri danno molta importanza alla pratica del massaggio sul bambino neonato, i cui principali vantaggi possono essere sintetizzati come segue:
  • stimola, fortifica e regolarizza il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e gastro-intestinale perché previene e dà sollievo al disagio causato dalle coliche gassose
  • stimola il contatto fisico
  • aiuta la comunicazione
  • stimola il linguaggio
  • aiuta a scaricare le tensioni provocate da situazioni nuove, da stress e da piccoli malesseri
  • è un’esperienza che rafforza il contatto affettivo e la relazione adulto-neonato, favorendo un benefico rilassamento
  • insegna ad ascoltare le prime necessità del neonato.
  • consente di aiutare in modo concreto i bambini nati prematuramente o con bisogni particolari

Il massaggio del bambino è un linguaggio non verbale, contatto corporeo, esperienza, ed è una delle espressioni umane da non poco conosciute. Promuove uno stato di benessere psico-fisico-emotiva, stimolando le funzioni vitali: respirazione, circolazione, difese immunitarie, sistema nervoso… Insegna a rispondere alle situazioni di stress con il rilassamento. Aiuta nella comprensione dei messaggi, non sempre chiari, che arrivano dai bambini. Sostiene nel creare, riequilibrare, approfondire la relazione genitori-figli. Il massaggio infantile è una tecnica “di cuore” nella quale vengono privilegiati l’ascolto e l’attenzione. E’ un mezzo per dare e ricevere. E’ anche una tecnica scientifica, equilibrata e completa che unisce massaggio indiano rilassante, massaggio svedese stimolante, riflessologia (mani, piedi), yoga (addome in particolare).

 

Quando è consigliato iniziare a praticare il massaggio infantile? E per quanto tempo?

Il massaggio può incominciare a un mese di vita ed accompagnare la crescita del bambino naturalmente, con varie modifiche e adattamenti. Può cominciare anche a un anno o più tardi e può durare tutta la vita. L’ esperienza del massaggio rimane impressa nella “memoria corporea”, come contatto profondo con se stessi e con gli altri; aiuta nelle situazioni di stress in particolare, ma anche nelle situazioni quotidiane.

In situazioni particolari (es: presenza di un solo genitore, adozione, affidamento, bambini maltrattati) può offrire l’esperienza di un contatto positivo e rassicurante.

MASSAGGIO DEL NEONATO Con il massaggio lo aiutiamo a prendere coscienza del suo corpo e, avendo coscienza dei propri confini, può entrare in contatto con “l’altro”.

Dopo i 6 mesi, al termine dell’estero-gestazione, comincia ad avere i mezzi per l’acquisizione dell’autonomia. Le mani e la pelle che viene toccata, parlano un linguaggio molto profondo, che va aldilà delle parole, e che madre e figlio sono certamente in grado di recepire molto più di qualsiasi altra forma di comunicazione.

MASSAGGIO NELLA FASE DELLO SPOSTAMENTO A CARPONI

Quando il bambino comincia a gattonare, muoversi diventa per lui la cosa più importante. Comincia allora a diventare difficile massaggiarlo, ma non impossibile. Generalmente a partire dai 6 mesi nel bambino si fa sempre più forte l’esigenza di muoversi, di esplorare il mondo circostante attraverso lo spostamento per arrivare agli oggetti che desidera toccare questo processo naturale di crescita porta il bambino a muoversi a carponi e quindi il massaggio diventa più difficile, perché non è più un’esperienza rilassante come prima: il bambino si muove, tende a divincolarsi non appena qualcosa lo attrae al di fuori della sfera mamma/bambino. Allora si può proporre di integrare il massaggio con canzoncine, filastrocche, movimenti e giochi per rendere più piacevole il momento del massaggio. E’ necessario modificare alcuni movimenti, inventare giochi, servirsi di filastrocche… insomma essere creativi e massaggiare le parti “a portata di mano”… A volte rifiuta il massaggio, come simbolo di indipendenza, ma, se è stato massaggiato da neonato, è in genere una fase transitoria.

MASSAGGIO DEI BAMBINI DA 1 A 3 ANNI

Da 1 a 3 anni, il bambino vive tappe evolutive molto importanti: apprendimento del linguaggio, educazione al vasino e controllo degli sfinteri, eventuale inserimento all’asilo nido. Il massaggio si pone come supporto, aiuta i genitori a leggere i segnali che il bambino manda e a intervenire nei momenti di richiesta. Dai tre anni il massaggio diventa sempre più gioco, anche di gruppo: è questa l’età della strutturazione del gioco con gli altri.


Per saperne di più: dal catalogo dei corsi di formazione Zeroseiplanet per educatrici di asilo nido e scuola dell’infanzia, il corso “CONTATTIAMOCI: ESPERIENZE PRATICHE DI MOVIMENTO E COMUNICAZIONE CORPOREA

 

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