Il Codice deontologico degli educatori

In questi ultimi tempi una domanda ci viene rivolta con una certa frequenza: è possibile -ed auspicabile-definire un codice deontologico per educatori e insegnanti?

Codice deontologico: insieme delle regole di comportamento, che permettono al singolo individuo di svolgere il proprio lavoro al meglio, soprattutto nei riguardi delle altre persone con cui ha a che fare nel proprio ambito lavorativo e professionale. La parola deontologia significa letteralmente: “L’insieme delle regole morali che disciplinano l’esercizio di una determinata professione”.

Sono molte le professioni che hanno un codice deontologico: avvocati, medici, psicologi, architetti, infermieri… sono tutti professionisti che si impegnano a rispettare alcune regole di comportamento approvate dagli ordini di appartenenza, il cui mancato rispetto comporta richiami e, nei casi più  gravi, l’estromissione dall’ordine.

La recente Legge Iori ha finalmente riconosciuto la professionalità degli educatori, e allora sorge spontanea la domanda: perché non esiste ancora un codice deontologico per la professione di educatori, come non esiste neppure per gli insegnanti? Eppure da più parti se ne sente il bisogno.

Si tratta di norme etiche quindi, non di leggi vere e proprie: il codice deontologico è quindi un documento in cui sono specificate norme di comportamento, doveri, responsabilità attese, ma anche diritti dell’educatore e dell’insegnante nello svolgimento della professione. La mancata ottemperanza può comportare, su decisione condivisa, richiami, a volte sanzioni, e a volte estromissione dall’associazione.

Senza principi guida che strutturano il sistema etico è difficile a volte capire se un certo comportamento è corretto, o fino a che punto lo è, soprattutto nell’ambito di professioni che si basano su relazioni sociali tra adulti, bambini, famiglie. Un codice deontologico tutelerebbe tutte queste relazioni coinvolte, definendo un’etica nelle relazioni, un’etica verso i colleghi, verso i bambini in primis.

Non esiste per ora un codice deontologico a livello nazionale per educatori e insegnanti, ragion per cui molte associazioni di categoria si sono comunque adoperate per redigere almeno delle “buone prassi” o codici deontologici interni, che gli associati si impegnano a rispettare. Un esempio sono i Codici deontologici di ANEP, APEI, AINSPED, e altre associazioni di categoria.

I punti principali

L’ obiettivo del codice deontologico è quello di determinare e di garantire la qualità della pratica professionale , secondo principi universalmente riconosciuti e criteri stabiliti dagli stessi educatori e insegnanti. I Principi ispiratori:

  • Costituzione italiana,
  • Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948,
  • Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950,
  • Carta sociale europea del 1965,
  • Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 1989,
  • Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea del 2000.

I doveri:

  • La responsabilità nei confronti della professione: quello della professionalità è un principio etico primario dal quale sottendono tutti gli altri principi: l’ educatore e l’insegnante dovrebbero possedere, oltre al Titolo Professionale specifico, qualità personali che si possono definire idonee per l’esercizio della loro professione.
  • Le responsabilità nei confronti dell’utente: il bambino e la sua famiglia.
  • Il segreto professionale e la riservatezza su tutto ciò che gli è confidato o di cui può venire a conoscenza in ragione della sua professione e del carattere fiduciario della relazione instaurata con l’utente.
  • La responsabilità nei confronti dell’equipe: ad educatori e insegnanti è richiesto di saper lavorare in equipe in modo coordinato, consapevoli della loro funzione all’interno del gruppo e in quale misura il loro ruolo potrà influire sul lavoro dei suoi membri.
  • La responsabilità nei confronti del datore di lavoro: educatori e insegnanti devono riuscire a mantenere un atteggiamento costruttivo, partecipativo, e coerente con la filosofia dell’istituzione per la quale lavorano.
  • La responsabilità nei confronti della società: i valori sociali di riferimento delle professioni educative e di insegnamento devono essere  tolleranza, giustizia, pace, solidarietà, e l’impegno a fornire la propria migliore prestazione dei servizi utili all’utenza.
  • Tra i punti essenziali di questo codice deve esserci l’obbligatorietà di denunciare comportamenti diseducativi e inadeguati da parte dei colleghi, per combattere quella forma di complicità costruita dal “non detto”.

I diritti:

  • a un contratto di lavoro e a una remunerazione in proporzione alle responsabilità che gli derivano dal mandato istituzionale;
  • a condizioni di lavoro che non arrechino pregiudizio al suo intervento;
  • a essere informato sulle sue funzioni e sui compiti che deve assolvere;
  • al rispetto della sua vita privata;
  • al libero esercizio della professione, se la sua formazione glielo consente;
  • di dedicare una parte del suo orario di lavoro alla formazione professionale, all’aggiornamento, alla supervisione individuale e/o di gruppo;
  • di dedicare parte del suo orario di lavoro per svolgere lavoro di programmazione, verifica, controllo, riunioni;
  • di partecipare come membro attivo al lavoro d’equipe e a essere considerato parte integrante nel processo decisionale;
  • a ricevere dall’equipe di suoi pari e/o interdisciplinare, tutto l’appoggio e le informazioni necessarie per la formulazione corretta e la realizzazione degli interventi educativi;
  • a ricevere dall’Istituzione per cui presta la sua opera, le condizioni di lavoro, i supporti tecnici e le tutele necessari per svolgere il suo mandato educativo con sicurezza.

Si tratta, quindi, di offrire una serie di garanzie che richiedono un impegno costante da parte di tutti i soggetti coinvolti,  e un attento monitoraggio, ma che hanno il vantaggio di iniziare davvero a costruire un modello collaborativo in cui abbia ampio peso il senso di responsabilità che ogni agenzia educativa deve sempre porre al primo posto.

Norme di comportamento interno

In alternativa al codice deontologico, molti servizi educativi e scuole dell’infanzia private si sono dotati di documenti che potremmo definire “Buone norme di comportamento per il personale educativo”, di cui sintetizziamo i punti essenziali:


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