Vivace o iperattivo?

Disturbi del comportamento e diagnosi precoce[/caption]

Sempre più spesso negli asili nido si sente parlare di “iperattività” dei bambini: educatrici e maestre si lamentano con i genitori perchè i bimbi manifestano comportamenti impulsivi, non ascoltano nulla e non stanno mai fermi, e spesso si giunge alla conclusione che si tratti di “bambini iperattivi“.

In realtà la parola specifica “iperattivo” dovrebbe essere usata solo a proposito e non genericamente.

Sono tanti i motivi che possono provocare nei bambini atteggiamenti, anche ripetuti, di difficoltà a comportarsi normalmente, e le parole giuste per definire il loro stato d’animo il più delle volte sono altre: agitato, stanco, nervoso, sofferente, aggressivo, stressato, stufo, assonnato…

La diagnosi di “iperattività” e/o di “deficit dell’attenzione” è compito di neuropsichiatri specializzati nel riconoscimento di questo problema, e che ne sanno riconoscere i sintomi reali fin dalla primissima infanzia del bambino.


Vivace o iperattivo?

Il “deficit dell’attenzione” vero e proprio è un problema neurologico che interessa il bambino fin dai primi mesi di vita, e che in seguito si protrae con caratteristiche diverse nell’infanzia, nell’adolescenza e anche nell’età adulta. Può presentarsi in associazione all’iperattività e in questo caso si parla di deficit dell’attenzione con iperattività.

I bambini interessati da questo problema fanno molta fatica a mantenere l’attenzione e a concentrarsi, hanno la tendenza ad agire senza pensare a quello che stanno facendo, hanno delle difficoltà a modificare il loro comportamento sulla base dei loro errori e non riescono a stare tranquillamente seduti per lunghi periodi di tempo.

I tre elementi

• difficoltà di attenzione

• impulsività

• iperattività

possono essere compresenti in modo variabile, e in momenti diversi della giornata del bambino, ed inoltre non esistono due bambini con le stesse caratteristiche, per cui se in un bambino possono essere presenti tutti e tre gli elementi, altri bambini possono avere difficoltà a concentrarsi ed essere impulsivi senza essere iperattivi, per cui è molto difficile stabilire con certezza l’esistenza di un problema continuativo.

E’ da evidenziare che un bambino non sviluppa un problema di deficit dell’attenzione da un giorno all’altro, la presenza dei sintomi deve, infatti, protrarsi per un periodo relativamente lungo, vale a dire per almeno sei mesi, e la comparsa di queste manifestazioni deve essere osservata in età precoce, almeno prima dei sei-sette anni. Alcune ricerche hanno elaborato statistiche che ci permettono di capire che il deficit di attenzione interessa circa il 5-6% dei bambini, con una preferenza per i maschi rispetto alle femmine. Inoltre, spesso nelle bambine il disturbo viene diagnosticato più tardi rispetto ai maschi.

I bambini diagnosticati come iperattivi presentano un livello di attività diversa da quella dei bambini semplicemente molto vivaci: la differenza principale sta nella capacità di attenzione e concentrazione.

La maggior parte dei bambini veramente iperattivi sono affetti da turbe dell’attenzione. Ciò significa che la loro capacità di applicarsi ad un dato compito è minore rispetto a quella della maggior parte dei bambini della stessa età. La loro limitata capacità di prestare attenzione li porta ad essere particolarmente impulsivi e incontrollati.

Si tratta di bambini estremamente irrequieti che passano da un’occupazione all’altra e non riescono mai a concentrarsi abbastanza per divertirsi con un gioco o portare a termine un compito, per quanto semplice possa essere. Questi bambini trovano veramente molto difficile esercitare un controllo consapevole sul proprio comportamento.

Quali segnali osservare?

  • Spesso in movimento con le mani o con i piedi, continuamente agitato da seduto

• Ha difficoltà a rimanere seduto quando gli viene richiesto di farlo

• Si fa facilmente distrarre da altri stimoli

• Ha difficoltà ad attendere il proprio turno nei giochi o nelle attività in gruppo

• Ha difficoltà a seguire le istruzioni che gli vengono date, per esempio, non riesce a finire un compito assegnato

• Non riesce a mantenere l’attenzione nelle attività scolastiche e di gioco

• Passa da un’attività ad un’altra senza concluderne una

• Fa fatica a giocare in modo tranquillo

• Spesso parla eccessivamente rispetto ai coetanei

• Interrompe o si intromette in modo inadeguato, per esempio, si mette bruscamente in mezzo mentre altri bambini giocano o degli adulti parlano

• Perde o dimentica il necessario per attività a casa o a scuola (giocattoli, matite, libri, tuta, compiti)

• Spesso fa cose pericolose senza pensare alle conseguenze (non di proposito o per fare qualcosa di eccitante) come correre in strada senza guardare

Cosa fare?

Per prima cosa quando si sospetta che sussista un problema di iperattività il bambino va sottoposto ad un’accurata valutazione psicologica. I normali test d’intelligenza non sono sufficienti e la semplice interpretazione dei disegni del bambino non è certo uno strumento diagnostico adeguato. Sono necessari complessi test neuropsicologici adatti ad indagare sulle cosiddette “funzioni esecutive”, cioè sul funzionamento del bambino al livello di attenzione, memoria, riflessività, pianificazione, integrazione percettiva.

Malgrado nella terminologia clinica venga usato il termine “disturbo”, va precisato che buona parte di questi bambini, se aiutata tempestivamente con interventi educativi e cognitivo-comportamentali per incrementare l’autostima riesce ad avere una vita scolastica e sociale adeguata.

 

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