Come aiutare i bambini "difficili" ad esprimere le emozioni

Quando abbiamo a che fare con un bambino “difficile”, che sembra sempre arrabbiato e sfoga la sua ira in modo inadeguato facendo scenate, usando parolacce o disobbedendo, quel che è certo è che bisogna avere molta pazienza, comprensione, una dose extra di attenzione e anche di creatività per affrontarlo. Questi bambini di solito reprimono alcune emozioni, che provocano nel loro intimo tensione, nervosismo e confusione emotiva fino a quando loro stessi non capiscono più cosa stia succedendo loro. Siamo di fronte a una sfida: abbiamo di fronte un bambino speciale, più sensibile rispetto agli altri bambini, e deve essere chiaro che dietro ogni rabbia, collera o blocco emotivo, c’è una richiesta di aiuto.

Cosa possiamo fare per aiutarlo a gestire tutte quelle emozioni che a volte lo sopraffanno e lo bloccano?

Di seguito alcuni passaggi che possono aiutare a canalizzare, dare forma ed esprimere l’emozione che hanno dentro.

1. Rafforzare positivamente

I bambini difficili hanno una bassa autostima e sono molto fragili, non dobbiamo mai dimenticarlo. Al contrario, qualsiasi commento positivo come “Mi fido di te”, “si può fare”, “Io sono con voi e vi sostengo”, “Tranquillo, passa” o “Tu sei speciale” avrà un effetto calmante che lo farà  sentire amato e non rimproverato.

2. Creare comunicazione di qualità

Parlare con loro ogni giorno, ascoltandoli veramente, senza confrontarli con i loro fratelli o altri bambini. Senza giudicarli, rispettando le loro idee, parlando e condividendo. Evitando di ridere dei loro problemi, o di usare ironia (che tra l’altro i bambini piccoli non riescono a decifrare) perché per loro sono molto importanti e possono perdere la fiducia che avevano già guadagnato. Sconsigliato rivolgersi a loro con frasi “giudicanti” del tipo “Sei sempre così”, “Non ascolti mai”, “Ti comporti sempre male” perché questo elimina ogni possibilità di progresso nel loro atteggiamento.

3. Insegnare ad esprimere le emozioni

Con calma e serenità, nei momenti in cui il bambino non è arrabbiato, provare a insegnargli che le emozioni possono essere espresse in molti modi: a parole, attraverso forme e colori, suoni e musiche, che la tristezza si può condividere, che il pianto è qualcosa di positivo e che ci sarà sempre un adulto di riferimento pronto ad ascoltarlo e a consolarlo.


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