L’angolo della tana

Tane, capanne e piccoli rifugi sono luoghi magici che affascinano e fanno sognare i piccoli del nido, e anche i bambini più grandi della scuola dell’infanzia.

E’ stato osservato come, già da piccolissimi (tra il 1° e il 3° anno di vita) i bambini cercano spontaneamente piccoli spazi, intimi e riservati, all’interno del contesto più ampio: ne hanno bisogno per poter fantasticare, portare i loro giochi preferiti o per poter trovare un posto “segreto”, una piccola “seconda pelle” dove nascondersi e potersi rifugiare. L’angolo della tana esprime il naturale bisogno dei piccoli di avere uno spazio che li contenga e protegga. Perchè, mentre iniziano a esplorare il mondo e non sono più in simbiosi con il corpo della mamma, desiderano crearsi un caldo rifugio, uno spazio privato diverso da quello pubblico, sociale. L’angolo della tana ha dunque, durante la crescita, una valenza psichica molto profonda. Per i bambini piccoli è una seconda pelle, un guscio, una corazza, un luogo nel quale poter sperimentare un po’ di riservatezza, al riparo dello sguardo dell’adulto.
È uno spazio-cuscinetto che sostiene lo sviluppo dell’identità attraverso la possibilità di passare alla sfera privata e rielaborare le proprie emozioni. Ogni bambina e ogni bambino ha bisogno ed ha diritto – esattamente come noi adulti – di potersi prendere un tempo più o meno lungo ed uno spazio in cui ritrovare sé stessa, sé stesso. Si tratta spesso di uno spazio in cui ciucciare o prendere il biberon, sfogliare un libro, fare un covino con la propria pezzettina o peluche,

Si tratta di angoli appartati dove sfogliare un libro, farsi un piccolo covo con la propria pezzetta o il peluche preferito, o semplicemente guardare fuori da un luogo protetto, che possiamo ricavare all’interno delle stanze di soggiorno del nido o della scuola dell’infanzia, e che deve essere abbastanza riservato ma al tempo stesso visibile all’educatore o insegnante.

Questi angoli possono essere costruiti con materiali artigianali (compensato, stoffe, gomma piuma, etc.) ma devono rispettare le norme di sicurezza e igieniche necessarie.

Oggetti

L’angolo della tana è costituito da un arredo che finga un mobile chiuso ai lati e sul soffitti, con un’apertura accessibile al bambino.

L’ ampiezza della tana deve essere tale che il bambino possa starci seduto e con tutto il corpo. La tana può essere corredata dei seguenti materiali:

    • una tendina che ne nasconda l’ingresso
    • una copertura morbida al suo interno
  • cuscini di piccole dimensioni da collocare al suo interno.

Azioni

Il bambino utilizza autonomamente questo spazio, da solo o in compagnia di pochi bambini.

Le azioni compiute in questo angolo sono le più varie: consideriamo che nascondersi, per un bambino piccolo, può significare volersi isolare per un po’ dagli altri, per pensare, scoprire, giocare in tranquillità.

    • entrare e uscire dal nascondiglio, passaggi che favoriscono l’abilità motoria e la percezione della propria corporeità all’interno di uno spazio limitato.
    • fantasticare, un’attività psichica molto importante, che “nutre” le piccole menti. Se da una parte i bambini di questa età apprendono attraverso l’imitazione degli adulti, dall’altra parte è grazie alla fantasia che diventano “altro da noi” e ricreano nuovi mondi attraverso l’immaginazione.
  • allestire il nascondiglio portando con sé giocattoli o altri oggetti, per poterli custodire, tenere al riparo, giocarci, rassicurarsi e consolarsi.

Non consideriamo il gioco solitario un segno di asocialità: restando da solo, ogni bambino può scoprire la propria individualità, confrontarsi con i propri pensieri senza essere disturbato. La tana è quindi un rifugio dove “ricaricare le pile” e contenere l’ondata di emozioni e sollecitazioni che durante la giornata al nido possono risultare stancanti per un bambino.

Chiediamoci anche noi adulti quante volte ci troviamo a dire di “avere voglia di stare un po’ da soli”.

Se l’uso della tana è autonomo da parte del bambino, non pensiamo che l’attenzione dell’educatore non ci debba essere. Con rispetto e alle debite distanze, possiamo osservare ciò che succede all’interno della tana e intervenire se accade qualcosa di pericoloso.

 


Per saperne di più: dal catalogo dei corsi di formazione Zeroseiplanet per educatrici di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia, il corso “LO SPAZIO COME LINGUAGGIO

 

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Written by Zeroseiplanet Formazione e consulenza per i servizi educativi 06

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L'angolo della tana

Tane, capanne e piccoli rifugi sono luoghi magici che affascinano e fanno sognare i piccoli del nido, e anche i bambini più grandi della scuola dell’infanzia.

E’ stato osservato come, già da piccolissimi (tra il 1° e il 3° anno di vita) i bambini cercano spontaneamente piccoli spazi, intimi e riservati, all’interno del contesto più ampio: ne hanno bisogno per poter fantasticare, portare i loro giochi preferiti o per poter trovare un posto “segreto”, una piccola “seconda pelle” dove nascondersi e potersi rifugiare. L’angolo della tana esprime il naturale bisogno dei piccoli di avere uno spazio che li contenga e protegga. Perchè, mentre iniziano a esplorare il mondo e non sono più in simbiosi con il corpo della mamma, desiderano crearsi un caldo rifugio, uno spazio privato diverso da quello pubblico, sociale. L’angolo della tana ha dunque, durante la crescita, una valenza psichica molto profonda. Per i bambini piccoli è una seconda pelle, un guscio, una corazza, un luogo nel quale poter sperimentare un po’ di riservatezza, al riparo dello sguardo dell’adulto. È uno spazio-cuscinetto che sostiene lo sviluppo dell’identità attraverso la possibilità di passare alla sfera privata e rielaborare le proprie emozioni. Ogni bambina e ogni bambino ha bisogno ed ha diritto – esattamente come noi adulti – di potersi prendere un tempo più o meno lungo ed uno spazio in cui ritrovare sé stessa, sé stesso. Si tratta spesso di uno spazio in cui ciucciare o prendere il biberon, sfogliare un libro, fare un covino con la propria pezzettina o peluche,

Si tratta di angoli appartati dove sfogliare un libro, farsi un piccolo covo con la propria pezzetta o il peluche preferito, o semplicemente guardare fuori da un luogo protetto, che possiamo ricavare all’interno delle stanze di soggiorno del nido o della scuola dell’infanzia, e che deve essere abbastanza riservato ma al tempo stesso visibile all’educatore o insegnante.

Questi angoli possono essere costruiti con materiali artigianali (compensato, stoffe, gomma piuma, etc.) ma devono rispettare le norme di sicurezza e igieniche necessarie.

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Oggetti

L’angolo della tana è costituito da un arredo che finga un mobile chiuso ai lati e sul soffitti, con un’apertura accessibile al bambino.

L’ ampiezza della tana deve essere tale che il bambino possa starci seduto e con tutto il corpo. La tana può essere corredata dei seguenti materiali:

    • una tendina che ne nasconda l’ingresso
    • una copertura morbida al suo interno
  • cuscini di piccole dimensioni da collocare al suo interno.

Azioni

Il bambino utilizza autonomamente questo spazio, da solo o in compagnia di pochi bambini.

Le azioni compiute in questo angolo sono le più varie: consideriamo che nascondersi, per un bambino piccolo, può significare volersi isolare per un po’ dagli altri, per pensare, scoprire, giocare in tranquillità.

    • entrare e uscire dal nascondiglio, passaggi che favoriscono l’abilità motoria e la percezione della propria corporeità all’interno di uno spazio limitato.
    • fantasticare, un’attività psichica molto importante, che “nutre” le piccole menti. Se da una parte i bambini di questa età apprendono attraverso l’imitazione degli adulti, dall’altra parte è grazie alla fantasia che diventano “altro da noi” e ricreano nuovi mondi attraverso l’immaginazione.
  • allestire il nascondiglio portando con sé giocattoli o altri oggetti, per poterli custodire, tenere al riparo, giocarci, rassicurarsi e consolarsi.

Non consideriamo il gioco solitario un segno di asocialità: restando da solo, ogni bambino può scoprire la propria individualità, confrontarsi con i propri pensieri senza essere disturbato. La tana è quindi un rifugio dove “ricaricare le pile” e contenere l’ondata di emozioni e sollecitazioni che durante la giornata al nido possono risultare stancanti per un bambino.

Chiediamoci anche noi adulti quante volte ci troviamo a dire di “avere voglia di stare un po’ da soli”.

Se l’uso della tana è autonomo da parte del bambino, non pensiamo che l’attenzione dell’educatore non ci debba essere. Con rispetto e alle debite distanze, possiamo osservare ciò che succede all’interno della tana e intervenire se accade qualcosa di pericoloso.


Per saperne di più: dal catalogo dei corsi di formazione Zeroseiplanet per educatrici di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia, il corso “LO SPAZIO COME LINGUAGGIO

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