La resilienza dei bambini al tempo del Coronavirus

E’ la capacità, la potenzialità di affrontare e superare un momento tragico, una serie di difficoltà o di eventi traumatici senza necessariamente subire danni permanenti.

Non si tratta di una capacità innata, ma si acquisisce, si “plasma” nel corso degli anni a partire dalla primissima infanzia, in base alle esperienze positive o negative che viviamo fin da piccolissimi.

Affrontare e superare i dispiaceri (che inevitabilmente ci troviamo prima o poi sul nostro cammino), trovare modi alternativi per trasformare le frustrazioni in una sensazione nuova, diversa e legata alla resistenza del danno appena subito, sono capacità che si sono dimostrate particolarmente preziose proprio in questi ultimi mesi di lockdown per emergenza sanitaria.

I bambini hanno vissuto in prima persona il disagio, in modo diretto le conseguenze senza la possibilità di gestire secondo i loro bisogni sia lo stato emotivo che le restrizioni del lockdown. Nonostante questo, gli psicologi hanno constatato come la maggior parte dei bambini abbiano dimostrato la capacità di elaborare la nuova situazione in tempi brevi, modificando comportamenti e adattandoli al nuovo stile di vita: scuole e asili chiusi, nonni non raggiungibili, percezione di stress e tensioni nel clima familiare ristretto…

Bambini e ragazzi possono rispondere in maniera differente alle situazioni di stress in base all’età e all’interazione tra fattori personali e ambientali.

Anna Oliverio Ferraris (2003) considera la resilienza come un tratto di personalità in cui convergono fattori cognitivi, emotivi, sociali, educativi ed esperienziali.
La resilienza è per la psiche ciò che il sistema immunitario è per il corpo. Come il sistema immunitario reagisce mettendo in moto delle difese che consentono una ripresa e che immunizzano da ulteriori attacchi di virus e batteri, allo steso modo i colpi della vita possono essere fronteggiati e rafforzare la psiche.
e ancora:

Nella resilienza è possibile individuare tre dimensioni:

una dimensione biologica, che sottolinea il ruolo del patrimonio genetico: alcuni hanno energie maggiori di altri;

una dimensione psicologica che evidenzia l’importanza delle relazioni che si formano nell’infanzia e che consentono di strutturarsi come persona capace di reagire per far fronte alle avversità (attaccamento, comunicazione, competenze, modelli di riferimento);

una dimensione sociologica che mette in evidenza l’influenza del gruppo, della cultura, degli apprendimenti, delle tradizioni familiari, della spiritualità, dell’etica sulla capacità dell’essere umano di attraversare le crisi dell’esistenza vivendo, malgrado tutto, una vita, non certo semplice, non priva di sofferenza, non sempre equilibrata, ma piena.

(Anna Oliverio Ferraris, 2004)

Quali sono i fattori che favoriscono e quelli che limitano la resilienza dei bambini?

La resilienza dei bambini:

  • è favorita dai fattori di protezione (relazioni familiari solide ed autorevoli, affettività amorevole e scarsamente condizionata dei caregivers, l’affidabilità della rete socio-familiare, la coerenza delle regole, buon temperamento, autoregolazione emotiva, fiducia, autonomia, buone competenze relazionali e comunicative)
  • è limitata dai fattori di rischio (famiglie fragili, isolamento sociale, situazioni di abuso o deprivazione, situazioni di conflitto, genitorialità disfunzionale, difficoltà di sviluppo).

Negli ultimi vent’anni, tantissimi studi, hanno evidenziato come la presenza di un caregiver coerente e protettivo, specialmente quando si è in situazioni di stress, è il fattore che fa la differenza nello sviluppo sano di un bambino.

E’ vero che i bambini hanno straordinarie capacità di rispondere alle situazioni di difficoltà e di stress, e questo periodo di emergenza sanitaria l’ha dimostrato, ma è anche altrettanto vero che se ci sono adulti nella loro vita che credono in loro, nelle loro potenzialità, che li amano incondizionatamente, i bambini capiscono ed esperiscono che hanno un sostegno importante nel fronteggiare le sfide della vita, e questo rafforza la loro resilienza.

   
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