L' Educazione parentale è regolamentata e riconosciuta in Italia?
Sempre più si sente parlare di educazione parentale, come alternativa alla scuola tradizionale. Ma di che cosa si tratta? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sulle caratteristiche di questo servizio alternativo.
Per prima cosa una precisazione: non tutti sanno che in Italia, secondo la nostra Costituzione, è l’istruzione ad essere obbligatoria, non la scuola!
Il riferimento costituzionale lo troviamo nell’articolo 34 della Costituzione Italiana che dice:
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita
Inoltre nell’articolo 30 leggiamo che l’istruzione dei figli è anzitutto una responsabilità dei genitori, non dello Stato:
E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
Questo significa che, nelle intenzioni dei costituenti, ai genitori è affidato il diritto e dovere di provvedere all’istruzione ed educazione dei figli e solo in caso di “incapacità” possono delegare allo stato che a quel punto provvede sostituendosi a loro.
Chiariti questi concetti, la domanda che sempre più frequentemente viene rivolta allo staff di Zeroseiplanet è la seguente: L’educazione parentale è riconosciuta e regolamentata in Italia?
La risposta è si, e fin dal 1928 l’istruzione a casa (paterna), è un diritto/DOVERE previsto dalla legge in modo molto esplicito. Un Regio Decreto del 1928 riconosceva l’educazione nella casa paterna e prevedeva che:
i genitori o chi ne fa le veci possono provvedere per proprio conto all’istruzione dell’obbligato, ma in tal caso debbono provare con documenti la propria capacità tecnica od economica a provvedervi
e inoltre precisava che:
gli alunni provenienti da scuola privata o paterna…[omissis] sono ammessi ad una prova di esame.
Nel 1994 l’articolo 111 del Dlgs 16 aprile 1994, n. 297 (TU delle disposizioni legislative in materia di istruzione) disponeva che
i genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità.
Quindi, riassumendo:
- nel 1928 viene riconosciuta l’educazione nella casa paterna se si dimostra la capacità tecnica od economica a provvedervi, e con l’obbligo di un esame finale
- nel 1994 oltre alla capacità tecnica od economica è necessaria la comunicazione all’autorità competente;
E veniamo infine alle recenti disposizioni in materia:
Il recente Dlgs 13 aprile 2017, n. 62 contiene all’articolo 23 una specifica previsione normativa riguardante la cosiddetta “istruzione parentale”, e viene introdotto l’esame annuale,:
in caso di istruzione parentale, i genitori dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Tali alunni o studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
L’educazione parentale, o a domicilio, non è di certo una novità in Europa: anche Alice nel Paese delle Meraviglie aveva un’istitutrice PRIVATA!
Nella maggior parte dei casi l’istruzione domiciliare riconosce i membri della famiglia come tutori e insegnanti dei propri figli, parlando di una vera e propria istruzione parentale, ma esistono allo stesso modo diverse realtà, come quella di assumere insegnanti privati per tenere lezioni ai propri figli all’interno dell’ambiente domiciliare.
Attenzione però: è bene chiarire che “Educazione parentale” non significa creare una scuola, con questo s’intende costituire una struttura/spazio con classi, routine e orari. Per fare questo bisogna essere in regola su svariati fronti (assicurazione, ASL, permessi comune, ecc) e comunque non sarebbe considerato veramente homeschooling, dato che l’educazione dei propri figli verrebbe così delegata in toto ad esterni.
In questi ultimi anni, complice anche la legge che impone i vaccini ai bambini per la frequenza delle scuole istituzionali, molti genitori si sono organizzati in associazioni o società private per istruire i propri figli: da nord a sud in questo periodo l’Ufficio tecnico di Zeroseiplanet riceve molte domande in merito all’organizzazione e alla strutturazione di questo servizio alternativo, per cui abbiamo pensato di approfondire la materia nell’ambito dei nostri corsi, che da sempre propongono le ultime novità in ambito educativo.