Ken Robinson e la Scuola Creativa

Ken Robinson, recentemente scomparso, è stato educatore ed esperto di pedagogia britannico, professore universitario negli Stati Uniti, ed autore di saggi e testi per una Scuola Creativa, libera dai paradigmi della didattica tradizionale , e che invece sia in grado di esaltare le capacità e le intelligenze multiple dei bambini.

Secondo Ken Robinson, la scuola attualmente uccide la creatività, mortifica i talenti, a parte qualche rara eccezione. E ne individua i motivi in questo interessante TED del 2006 (conferenza online), di cui vi riportiamo alcuni stralci significativi tratti dal sito ted.com:

Tutti nasciamo con dei grandissimi talenti naturali, ma alla fine del percorso di istruzione molti li perdono, perché la scuola non ha dato valore ai loro talenti, o addirittura li ha stigmatizzati.

il sistema scolastico è costruito secondo una logica “fordista” dove l’obiettivo è di produrre diplomati in serie: stessi contenuti e obiettivi per tutti, stessi standard di valutazione, stesse turnazioni tra le materie nell’arco della giornata. Ogni sistema di istruzione ha la stessa gerarchia di materie. Ognuno. Non importa dove vai. Credi che sia diverso, ma non lo è. In cima ci sono le scienze matematiche e le lingue, poi le discipline umanistiche e in fondo l’arte. Ovunque nel mondo. E, più o meno, anche all’interno di ogni sistema. Esiste una gerarchia nelle arti. L’arte e la musica occupano una posizione più alta nelle scuole rispetto a recitazione e danza. Non esiste sistema educativo sul pianeta che insegni danza ai bambini ogni giorno, così come insegniamo la matematica. Perché? Perché no? Credo che sia importante. Credo che la matematica sia molto importante, ma altrettanto la danza. I bambini ballano tutto il tempo se possono, noi tutti lo facciamo. Abbiamo tutti un corpo, o no? Mi sono perso qualcosa? (Risate) In verità, ciò che succede è che, quando i bambini crescono, noi iniziamo a educarli progressivamente dalla pancia in su. E poi ci focalizziamo sulle loro teste. E leggermente verso una parte.

Il nostro sistema educativo è basato sull’idea di abilità accademiche. E c’è una ragione. Tutto il sistema è stato inventato – in tutto il mondo non c’erano scuole pubbliche prima del XIX secolo. Furono create per venire incontro ai fabbisogni industriali. Quindi la gerarchia è fondata su due idee. Numero uno: che le discipline più utili per il lavoro sono in cima. Voi probabilmente siete stati benignamente allontanati da cose che vi piacevano da bambini a scuola, sulla base che non avreste mai trovato un lavoro facendo quello, no? Non fare musica, non diventerai un musicista; non fare arte, non sarai un artista. Avvisi benevoli – ma ora profondamente sbagliati. Il mondo intero è in subbuglio. E, punto secondo, è l’abilità accademica che oggi domina la nostra idea d’intelligenza, perché le università hanno creato il sistema a loro immagine. Se ci pensate, tutto il sistema della pubblica istruzione, in tutto il mondo, si concentra sull’ammissione all’università. E la conseguenza è che tante persone di talento, persone brillanti, creative, credono di non esserlo. Perché la cosa per la quale erano bravi a scuola non le si dava valore, o era perfino stigmatizzata. E credo che non ci possiamo permettere di andare avanti così.

Nei prossimi 30 anni, secondo l’UNESCO, si laureeranno più persone al mondo di tutte quelle che si sono laureate dall’inizio della storia. Più persone, ed è la combinazione di tutte le cose delle quali abbiamo parlato, la tecnologia e il suo effetto di cambiamento sul lavoro e la demografia e il grande incremento della popolazione.

È un processo di inflazione accademica. E ci indica che tutta la struttura educativa si sta spostando sotto i nostri piedi. Dobbiamo ripensare radicalmente la nostra idea di intelligenza.

Sappiamo tre cose sull’intelligenza. Anzitutto, che è varia. Pensiamo il mondo in tutti i modi nei quali lo percepiamo. Riflettiamo visualmente, uditivamente, cinesteticamente. Pensiamo in modo astratto, in movimenti.Secondo, l’intelligenza è dinamica.Se guardiamo le interazioni di un cervello umano,come abbiamo sentito ieri da alcune presentazioni, l’intelligenza è meravigliosamente interattiva.Il cervello non è suddiviso in compartimenti.Infatti, la creatività – che io definisco come il processo che porta ad idee originali di valore –si manifesta spesso tramite l’interazione di modi differenti di vedere le cose.

E la terza cosa sull’intelligenza è che è distinta. 

Le persone non sono tutte uguali, non tutte le attività o materie scolastiche si prestano alla standardizzazione, e soprattutto la scuola non è un’azienda.

Il nostro sistema educativo ha sfruttato le nostre teste come noi abbiamo sfruttato la terra: per strapparle una particolare risorsa. E per il futuro non ci servirà.Dobbiamo ripensare i principi fondamentali sui quali educhiamo i nostri figli.

Ciò che TED celebra è il dono dell’immaginazione umana.Dobbiamo fare attenzione ad usare questo dono saggiamente ed evitare alcuni degli scenari dei quali abbiamo parlato. E lo faremo solo se sapremo vedere le nostre capacità creative per la ricchezza che sono e se sapremo vederei nostri figli per la speranza che sono. Il nostro compito è di educarli nella loro interezza affinché possano affrontare il loro futuro.Forse noi non vedremo questo futuro,ma loro sì. E il nostro compito è di aiutarli a farne qualcosa. 

Secondo Robinson, tutto questo può però cambiare. Come? Implementando una logica esattamente opposta rispetto a quella fordista, e cioè personalizzando l’istruzione. «Ciò non significa che non debbano esserci dei contenuti di base da trasmettere», avverte l’esperto. Tutt’altro: significa riconoscere che l’intelligenza si sostanzia in cose diverse, significa dare la possibilità agli studenti di sviluppare i propri interessi e le proprie attitudini, adattare l’orario rispettando il ritmo di apprendimento e valutarli in modo da supportare il loro progresso personale.

 
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