Intelligenza numerica nella scuola dell’infanzia: alcune proposte operative

a cura di dott.ssa Rita Bimbatti, Pedagogista Clinico e Sociologa della Salute

Tra le abilità che stanno alla base dell’apprendimento della matematica, troviamo il conteggio, la capacità di discriminare tra quantità diverse e la capacità di muoversi con fluidità all’interno dei diversi sistemi di rappresentazione del numero. Un buon livello di sviluppo di queste competenze è fondamentale per poter intraprendere un percorso di educazione formale alla materia.

Già Piaget, nel 1973, si occupò dello studio della conoscenza numerica nei bambini, sostenendo che il concetto di numero non poteva venir acquisito prima dei 6-7 anni, periodo in cui si sviluppano le capacità tipiche del pensiero operatorio, ovvero la conservazione della quantità, la classificazione e la seriazione.

Ad oggi, numerosi autori sostengono invece una tesi innatista, secondo cui le persone possiedono una capacità innata di comprendere il mondo in termini numerici: contare farebbe parte di una capacità fondamentale e geneticamente programmata della specie umana e i bambini sarebbero dotati dei principi innati del calcolo. Per la teoria innatista, dunque, l’acquisizione della competenza matematica non si sviluppa a partire dall’ingresso nella scuola primaria, ma già durante i primi anni di vita. La famigliarità con i numeri nasce a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno, pian piano, ragionando sulla quantità e sulla numerosità di oggetti diversi.

La scuola dell’infanzia si pone come primo gradino del sistema scolastico: sviluppare le competenze dell’intelligenza numerica attraverso attività ludico-didattiche non è solo un modo per avvicinare i bambini all’apprendimento dei numeri, ma ne favorisce la loro crescita cognitiva, permettendo loro di acquisire una progressiva consapevolezza di sé e autonomia del pensiero logico.

E’ necessario che i docenti conoscano e comprendano i vari stadi di sviluppo del pensiero per poter guidare il bambino in questo percorso.

La parola chiave è “esperienza”: un’esperienza che offra occasioni di conoscenza, sotto l’attenta e costante coordinazione dell’insegnante.

Un “fare” nelle diverse situazioni, correlato con il “porsi” domande, scoprire connessioni, provare strategie, darsi spiegazioni.

La matematica è una forma di conoscenza che si inserisce in molteplici attività e non deve essere vissuta come disciplina a sé stante, ma in stretta relazione ad altri campi d’esperienza, dove tutto è finalizzato alla costruzione di saperi che intervengono attivamente sulle competenze trasversali dei bambini:

-matematica e linguaggio: durante l’attività ludica, i piccoli fanno ragionamenti, congetture, commenti; questo è il momento per far parlare i bambini, invitarli con le parole a riflettere. Affinché l’intervento educativo sia efficace, è fondamentale che l’insegnante si ponga in ascolto con attenzione, “rilanciando” continuamente il ragionamento dei suoi alunni. Attraverso le parole, possiamo costruire “storie” che abbiamo come protagonista la Signora Matematica e i suoi figli, il numero uno, due, tre…; oppure inventare semplici problemi, utilizzando come spunto oggetti di uso quotidiano, invitando poi i bambini a trovare più possibili soluzioni;

-matematica e attività psicomotoria: il corpo diventa mezzo di conoscenza, esperienza, relazione, attraverso percezioni e rappresentazioni dello spazio. Possiamo sollecitare i bambini, divisi in piccoli gruppi, a rappresentare con il loro corpo i numeri, sia in piedi che a terra; implementare percorsi inserendo l’uso del conteggio, ad esempio: “Ora proviamo a saltare in ogni cerchio del percorso, mentre lo facciamo contiamo ad alta voce…uno…due…tre” …oppure: “adesso marciamo veloci e contiamo tutti i birilli disposti lungo il nostro sentiero”;

-matematica e ritmo: i bambini spesso restano affascinati dai ritmi semplici che si trovano in natura, come il ticchettio della pioggia, oppure frutto della tecnica, come il rumore di un treno. Questi processi ritmici vanno sperimentati in diversi modi, imitati e variati. Per stimolare l’apprendimento possono essere utilizzate attività con conte e filastrocche di numeri; oppure esperienze con sequenze alternate, esempio: “Ora vi disegnerò sul foglio una fila di palline…una più grande e una più piccola…quando incontriamo quella grande battiamo due volte le mani, quando incontriamo quella piccola battiamo le mani una volta sola”;

-matematica e rappresentazione grafica dei giochi: le attività grafiche e pittoriche sono quasi sempre le più “gettonate” nel contesto di attività quotidiane proposte ai bambini nella scuola dell’infanzia. Allora, via libera alla creatività, all’ espressione personale dove vengano rappresentati i giochi svolti, esempio: “Ora bambini proveremo a disegnare il gioco che abbiamo fatto prima…il gioco della bandiera…ricordate la maestra quali numeri delle squadre ha chiamato?”; oppure nel gioco con i birilli: “riuscite a disegnare tutti i birilli che avete colpito con la palla?”.


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