Il gioco del far finta e gli angoli del gioco simbolico #1

L’ imitazione, la capacità cioè di riprodurre situazioni in altri contesti, si manifesta sin dai primi mesi di vita. Inizialmente il bambino prova interesse a ripetere gesti a lui nuovi (aprire e chiudere bocca, gli occhi, etc,.) man mano che si rafforza il collegamento tra il sistema visivo, tattile e muscolare, l’imitazione è generalizzata e assume un ruolo importante e determinante per la conoscenza dell’altro e dell’io.

In seguito, attorno ai 12/15 mesi di vita, al centro degli interessi del bambino si pone il gioco simbolico propriamente detto, in cui qualcosa viene usato per rappresentare qualcos’altro.

Il gioco simbolico, che si sviluppa nell’arco di tutta la prima infanzia, fino a 6 anni e anche  oltre, è il comportamento ludico infantile caratterizzato da finzione;  il gioco di finzione è esperienza culturale e di crescita autentica e imprescindibile. Viene chiamato “simbolico” perché è caratterizzato da  un processo di significazione indiretta, tipico di tutte le manifestazioni simboliche: qualcosa viene utilizzato per significare, rappresentare qualcos’altro. In particolare, nel gioco simbolico di un elemento fisicamente presente viene utilizzato per rappresentare un elemento assente ma evocato mentalmente: oggetti, azioni, identità, situazioni presenti vengono utilizzati per rappresentare, come se fossero oggetti, azioni, identità, situazioni diversi e solo immaginati (ad esempio, una matita come se fosse un bicchiere, una scatola di cartone che diventa una tana).

Il gioco del “far finta di” o quello del “giocare a” è visibile in qualsiasi momento della giornata, in tutti gli ambienti, e rappresenta il terreno di conquista del sapere del bambino. L’uso dei materiali esistente negli spazi caratterizzati (casetta, travestimenti) gli permette di rielaborare le conoscenze, gli stati emozionali già interiorizzati, lo aiutano a ricordare, comunicare e dialogare. Non deve essere sottovalutato lo spazio esterno (il giardino) che oltre a favorire il bisogno di movimento e la dimensione esplorativa, attraverso gli elementi della natura alimenta il campo fantastico.

#1 L’ANGOLO DELLA CASETTA/CUCINETTA

L’ angolo della casetta è costituito da materiali di tipo sociale (utensili per la cucina: piatti, bicchieri, posate, tegami… riproduzioni di frutta, verdura e altri alimenti, etc.).

Attraverso l’utilizzo delle stoviglie e di altri materiali di uso quotidiano il bambino si confronta con gli altri e rivive situazioni familiari confrontandosi con gli altri.

L’ obiettivo principale di questo angolo è quello di:

  • stimolare il linguaggio verbale
  • rafforzare la socializzazione
  • favorire il gioco imitativo.simbolico
  • sviluppare l’affettività
  • fare giochi di scoperta

Considerata la deteriorabilità del materiale utilizzato, questo angolo dovrà essere continuamente aggiornato e completato.

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Tempi di proposta

L’angolo della casetta si usa assiduamente nel periodo di inserimento da settembre a ottobre: da novembre a marzo una o due volte la settimana a rotazione; nei mesi più caldi si utilizza lo spazio esterno.

Alcuni esempi di “mud kitchen” per esterni: [gallery ids="2363,2364,2365"] Bibliografia Ambrosini C. e Wille A.M. (2005), Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva, Napoli, Cuzzolin. Bateson G. (1996), Questo è un gioco, Milano, Raffaello Cortina. Bruner J.S., Jolly A. e Sylva K. (1981), Il gioco , Vol. IV: Il gioco in un mondo di simboli, Roma, Armando. Callois R. (1995), I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine, Milano, Bompiani. Huizinga J. (1946), Homo Ludens, Torino, Enaudi  

Per saperne di più: dal catalogo dei corsi di formazione Zeroseiplanet per educatrici di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia, il corso “GIOCO SIMBOLICO E DIFFICOLTA’ EMOTIVE

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