I colloqui con i genitori al nido

Colloqui con i genitori al nido Come condurre i colloqui all’asilo nido[/caption]

Quali sono i momenti di colloquio importanti nel progetto educativo dell’asilo nido?

La coordinatrice e le educatrici sono professionalmente impegnate sia con  i bambini che con i loro genitori; il rapporto con i genitori è parte integrante del loro lavoro quotidiano.

Nido e famiglia devono costruire una buona relazione per il benessere dei bambini. Fondamentale è che venga aperto un canale di comunicazione tra le due parti nel rispetto dei reciproci ruoli e doveri. Questo è basato sulla predisposizione dell’educatore all’ ascolto, affinché il genitore possa scegliere cosa vuole dire del suo bambino durante i colloqui che vengono organizzati nell’anno educativo.

1)Il colloquio di ingresso

Prima di iniziare l’inserimento (in linea di massima una settimana prima) ai fini della costruzione di un rapporto di fiducia e di crescita reciproca, è opportuno che ogni genitore possa incontrare l’educatrice di riferimento (ed eventualmente la coordinatrice) in un colloquio individuale di ingresso, che consentirà di vivere un momento di conoscenza intenso tra educatrici e genitori. Il colloquio di ingresso è il primo passo per un buon inserimento del bambino all’asilo nido, esso rappresenta una prima visita virtuale, ma anche fisica della struttura, è un momento delicato ed importante. Sarà opportuno che i genitori, man mano che arrivano, siano accolti dalla coordinatrice o da un’educatrice che proporrà loro una sorta di “visita guidata” del servizio.

Il colloquio di ingresso ha i seguenti obiettivi:

-raccogliere le informazioni anagrafiche;

-conoscere la storia del bambino e dei suoi genitori;

-approfondire le aspettative che i genitori nutrono nei confronti del nido;

-fornire informazioni pratiche inerenti lo svolgersi della vita al nido e dell’inserimento;

-contenere l’eventuale ansia dei genitori;

-creare un clima di serenità per gettare le basi per un rapporto di fiducia reciproca.

Tutte le informazioni verranno poi riportate per iscritto e conservate in un fascicolo riservato al bambino; tuttavia è importante che in questa fase di conoscenza reciproca l’incontro sia libero e spontaneo e non si trasformi in un interrogatorio o in una raccolta burocratica di dati, anzi, questo momento rappresenta un’occasione preziosa per reperire alcune informazioni importanti e per preparare il genitore ad affrontare le piccole o grandi difficoltà che potrà incontrare nel percorso d’inserimento del proprio figlio.

Alcuni consigli operativi per la preparazione del colloquio

Inizio del colloquio: Occorre tener conto dell’ansia dell’estraneo che sia l’educatore sia il genitore possono provare. Si può aprire con una frase tipo ‘Con questo colloquio intendiamo avviare una conoscenza reciproca e la costruzione di un rapporto di fiducia, per poter lavorare insieme affiancando la crescita del vostro bambino”. Per il resto fare riferimento alle indicazioni date per il colloqui in generale.

Svolgimento del colloquio: Questa parte prevede innanzitutto la raccolta delle informazioni sulla storia del bambino e può iniziare con una frase del tipo “mi vuoi parlare un po’ del suo bambino?”. Con il genitore che si aspetta delle risposte immediate alle sue domande, l’educatore dovrà cogliere le emozioni del genitore senza sdrammatizzare troppo o senza rassicurarlo troppo. L’immagine del bambino proposta dal genitore non va considerata definitiva, ma accolta come quella del loro bambino “raccontato”. I genitori talora hanno bisogno di presentare un’immagine “ideale” del figlio di fronte al nido/materna, primo “sguardo sociale” sulla famiglia. Non vanno interpretate, pertanto, come “bugie” eventuali omissioni o informazioni non aderenti alla realtà, bensì come segno di normale e frequenti “difese sociali”.

Chiusura del colloquio: E’ importante che il genitore possa cogliere, sul finire del colloquio, come nello spazio mentale dell’educatrice che si occuperà di suo figlio, e nello spazio fisico del nido/materna si stia creando un “posto” particolare e personale di accoglienza e di riconoscimento individuale.

2) Il primo colloquio

Dopo i primi giorni di ambientamento, solitamente il percorso prosegue con il primo colloquio degli educatori con i genitori. Il primo colloquio è un momento individuale durante il quale il genitore può parlare liberamente di ciò che gli sta a cuore del suo bambino, porre domande sull’organizzazione del nido, di tutto quello che crede sia importante.  Le educatrici debbono avere in mente gli argomenti su cui far sviluppare il colloquio, in maniera da avere le informazioni di cui hanno bisogno a proposito delle abitudini del bambino, delle sue modalità relazionali e dei suoi livelli di sviluppo.

I genitori, durante il primo colloquio, iniziano ad esternare le proprie paure, a chiedersi se il Nido sia il luogo “giusto” per il loro bambino, se troverà al suo interno persone capaci di occuparsi adeguatamente di lui e se riuscirà a viverlo serenamente: con il primo colloquio inizia un percorso di conoscenza reciproca, volto a costruire una iniziale relazione di fiducia tra adulti che – insieme – accompagneranno la crescita del bambino.

L’aspettativa di fondo del genitore risiede nel riuscire a trovare uno spazio “studiato” appositamente per il bambino e, proprio per questo motivo, è molto importante che durante il colloquio iniziale riesca a spiegare le abitudini, i ritmi e gli orari del proprio bimbo. Compito dell’educatrice e della coordinatrice è invece quello di ascoltare attentamente il genitore, dare informazioni utili sull’inserimento, sugli orari e sui tempi del Nido.

Il primo colloquio è quindi una preziosa occasione per conoscersi, costruire un rapporto di fiducia e collaborazione reciproca fra Nido e Genitori.

Dal bambino raccontato, spesso immaginato, comunque emergono indicatori che evidenziano il contesto di vita in cui la relazione genitori-figlio si esplicita. Narrazioni di un quotidiano da cui l’educatore coglie rituali, forme di consolazione, manifestazione di emozioni dalle quali partire per stabilire una buona relazione col bambino. Anche in questo caso, l’ambiente in cui si svolge l’incontro deve essere pensato in modo da risultare accogliente, rassicurante e intimo per il genitore. Va individuato, dunque, un luogo tranquillo, al riparo da possibili interruzioni, nel quale svolgere il colloquio, allestendo lo spazio in modo che trasmetta un clima positivo che faciliti una comunicazione efficace, agevolata anche dall’essere seduti l’uno vicino all’altro. Qui, infatti, si pongono le basi per la costruzione di una relazione condivisa sul/per il bambino, attivando uno scambio che non si esaurisce in questa fase, ma che sarà arricchito, successivamente, in altri spazi e con altre modalità. Il primo colloquio ha, dunque, la funzione di costruire un rapporto di fiducia ponendo le basi per un’alleanza educativa e non va condotto in modo direttivo. È importante saper accogliere l’altro ed il suo modo di essere, senza giudicare, anche attraverso posture e comunicazioni non verbali che trasmettano attenzione ed ascolto. Essere pratici, organizzati ed efficaci, lasciando libertà nel raccontare le esperienze per estrapolare l’immagine del bambino. Attenzione anche alla durata che deve essere preventivamente esplicitata ai genitori indicando un tempo che non dovrebbe superare i 30 minuti.

Consigli operativi su come chiudere il primo colloquio con i genitori:

• fare sintesi e restituire gli aspetti più importanti che sono emersi e che consentono all’educatrice di sottolineare le particolarità che rendono “speciale” quel bambino;

• cogliere il nucleo più eclatante se è emerso. Anche quello più problematico o “negativo” su cui l’educatrice non esprimerà nessun giudizio come contenuto e come emozione, su cui “rilancerà” dicendo che se ne riparlerà in seguito;

• dare l’apertura a incontri futuri.

3) Il colloquio di fine ambientamento

Fra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, è consigliato realizzare il colloquio di fine ambientamento per restituire al genitore il senso del percorso compiuto, sia per capire quello che non ha potuto vedere direttamente, sia per conoscere il punto di vista delle educatrici rispetto all’esperienza del suo bambino. La sua funzione è, quindi, differente. A questo punto la relazione è innescata e si può, pertanto, avviare una riflessione/confronto sul bambino reale: com’è il bambino al nido e com’è il bambino a casa. L’educatore può, in questo caso, passare a domande dirette per chiarire e chiarirsi alcuni punti del/sul comportamento del bambino che possono essere affrontati. Si inizia ascoltando i genitori sugli stimoli che gli educatori espongono: “cosa ne pensa dell’esperienza di inserimento?”, “come ha visto e vede il bambino al nido/materna ed eventuali cambiamenti a casa?” “E’ faticoso separarsi?” “Quali sono stati/sono i momenti difficili o dubbi incontrati”? Si possono fare domande più specifiche se il genitore è inibita.

L’educatore poi restituisce l’immagine del bambino:

• routines: ingresso, pranzo, cambio, sonno, dimissioni;

• rapporto con l’educatrice di riferimento ;

• relazione con gli oggetti e curiosità verso l’ambiente (il gioco e l’esplorazione).

Si evidenziano le strategie specifiche nelle situazioni dove i genitori erano frettolosi. Se ci sono dei problemi, vengono affrontati in questo momento, per suggerire strategie diverse al genitore, ad es. nel saluto al mattino, nella riconsegna, in certe esperienze vissute a casa (es. pranzo e sonno), evidenziando e verbalizzando certi vissuti “faticosi” del genitore e del bambino. Es. fatica/sofferenza a separarsi, temere di perdere il bambino, fatica ad affidarlo al mondo esterno, sensi di colpa del genitore, bisogno del bambino di rassicurazione in certi momenti.

4) I colloqui durante l’anno

Un paio di volte all’anno e ogniqualvolta le educatrici, la coordinatrice o i genitori ne ravvisino la necessità, si devono fare dei colloqui con i genitori relativi all’andamento del loro bambino. E’ errato pensare che dopo questo primo colloquio e superato il periodo di inserimento non ci sia più bisogno di colloqui con i genitori. Bisogna ricordare che lasciare il proprio figlio tra le braccia di persone che si conoscono da poco non è assolutamente facile e può essere fonte di ansia per le mamme e i papà. Le educatrici devono dimostrarsi interessate e comprensive, disponibili all’ascolto e al dialogo. Al momento del ricongiungimento, non devono mostrarsi frettolose ma dedicare pochi minuti al genitore che ritrova suo figlio,riferendogli come ha trascorso la giornata. Spesso le informazioni riguardano solamente gli aspetti pratici ( pappa, nanna ecc) ma il genitore ha piacere di sapere se suo figlio è stato sereno e come ha vissuto la giornata lontano da lui. Gli obiettivi sono:

-riferire ai genitori i progressi nella crescita di figli;

-confrontarsi su eventuali problematiche o dubbi riguardanti il bambino;

-monitorare il livello di soddisfazione del genitore e arginare eventuali insoddisfazioni.

Anche durante questi colloqui sarebbe necessaria la presenza sia dell’educatrice di sezione che della coordinatrice. Spesso possono emergere problematiche di tipo pedagogico e la coordinatrice deve poter fornire ai genitori pareri e informazioni corrette ed adeguate.

5) Il colloquio finale

Infine al termine del percorso all’asilo nido, si farà un colloquio finale dove sarà possibile consegnare ai genitori una breve relazione che sintetizza gli obiettivi raggiunti dal bambino e le sue peculiarità e che potrebbe essere utile per il raccordo con le maestre della scuola materna. Nella relazione non devono assolutamente emergere giudizi o valutazioni sul bambino!

Ricordate sempre che il tempo dedicato a un genitore non è mai tempo perso: un buon asilo nido si distingue soprattutto dal tipo di relazioni che instaura con le famiglie.

 

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