Giocare a nascondino tra i panni stesi

E’ sempre più raro vedere, soprattutto nelle città, panni stesi che sventolano al sole: inquinamento, regole di decoro condominiale, mancanza di spazio, vita frenetica che vuole tutto asciutto subito… Mille motivi hanno confinato l’immagine di lenzuola stese al sole nella nostra memoria. Tornano ricordi di aie con lenzuola stese ad asciugare, di giochi a nascondino fra il bianco del tessuto, di mamme o nonne che si arrabbiavano (o fingevano di farlo) e ci dicevano di non sporcare la biancheria.

[caption id="attachment_6092" align="alignleft" width="250"] Panni stesi al nido 123stella di Roma[/caption]

E allora la proposta del Nido 123 Stella, che ha steso i panni per consentire ai bambini di giocare a nascondino tra le lenzuola, ha il sapore dei giochi di una volta, carichi di significati importanti: giochi che con pochi materiali poveri stimolano l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno.

Un tempo, neanche tanto lontano dalla nostra era di ipad e giochi elettronici, i bambini si divertivano con poco, con quello che avevano a disposizione. Correvano all’aria aperta, giocavano a calcio o a nascondino per strada, si arrampicavano sugli alberi.

E’ tempo di riscoprire i “giochi poveri” nei programmi educativi di nidi e materne, di lavorare con materiali di recupero e con la creatività.

Giocare a nascondino tra i panni stesi è una proposta che recupera il ricordo dei cortili e dei prati, di spazi all’aperto dove una volta venivano stesi i panni all’aria, liberi di sventolare fino a terra appesi ai fili del bucato. Correre tra i panni stesi dà una sensazione di leggerezza, di volo. Le lenzuola sono come aquiloni che silenziosi e leggeri si sollevano con il minimo spostamento d’aria. I bambini immaginano di volare, giocano ad andare oltre, nascondersi e ritrovarsi, in un labirinto bianco e colorato, frusciante e sussurrato, dove le voci e i gridolini di gioia si avvolgono alle stoffe leggere.

Nascondersi e ritrovarsi fra i panni stesi è un gioco che non finisce mai di provocare stupore nei bambini, e possiamo proporlo fin dall’età da nido. Tutti i bambini amano nascondersi, cercare, correre ed essere trovati, esplorare quello che c’è aldilà, in uno spazio libero dalle ansie degli adulti. Sparire alla vista, ricomparire subito dopo con un bel “cucù”, oppure, per i più piccoli, sperimentare la permanenza delle cose che appaiono e scompaiono dietro i teli del bucato, i piccoli amici che ora ci sono, poi non ci sono più, poi ricompaiono. Attraverso questo gioco, dunque, i bambini imparano a gestire anche le loro ansie, legate in particolare alla paura di non rivedere la mamma: come nel labirinto delle lenzuola, ciò che non si vede poi riappare, e continua ad esistere anche dietro un lenzuolo steso.

Perché è importante questo gioco?
  • Favorisce la percezione della permanenza degli oggetti e delle persone, anche se non si vedono.
  • Permette al bambino di rappresentare il suo mondo anche mentalmente, senza basarsi solo su ciò che vede.
  • Traccia una linea di confine tra reale e finzione, tra ciò che vede non vede, permettendogli le prime esplorazioni con assenza/ presenza.
  • Permette al bambino di esplorare le sensazioni di leggerezza, aria, vento, movimento

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