Nidi aperti anche la sera
In Lombardia l’idea di aprire gli asili nido comunali anche alla sera è partita già nel 2016, con 11 nidi comunali sparsi tra Milano, Monza, Bergamo e Lecco. Seguite a ruota da Mantova e Siracusa nell’anno successivo; ora è la volta di Salerno che propone nidi comunali aperti il sabato sera.
L’ iniziativa ha lo scopo di permettere ai genitori di poter usufruire di una serata ‘libera’ al mese, senza dover ricorrere necessariamente ad una baby-sitter, ma affidando i piccoli ad educatrici che già li conoscono, e poter ricominciare ad avere una vita sociale autonoma (almeno una volta al mese). L’apertura serale sarebbe così una vera innovazione in uno dei settori più tradizionali dei servizi comunali.
L’iniziativa ha suscitato consensi ma anche polemiche: molti esperti affermano che i neo genitori rinunciano ad una vita sociale in quanto non adeguatamente supportati nelle “libere uscite”, anche per motivi di costo della baby sitter. Il nido serale, invece, avrebbe un costo abbordabile (circa 15 euro), sarebbe aperto solo poche ore dalle 19.30 alle 22.30, quindi non si tratterebbe di una vera apertura notturna, ma solo di una serata di libertà a mamma e papà, per aiutarli a ri-scoprirsi anche come coppia affettiva… Ai bimbi inoltre sarebbe offerta la cena: pappa e biberon per i più piccoli, pizza e “pigiama party” per i più grandi.
Lo psicoterapeuta Alberto Pellai, ad esempio, giudica positivamente questa iniziativa. Perché crescere un bambino implica prima di tutto tenere in vita anche la coppia amorosa adulta:
Per me, fanno bene i nidi a dare una serata di libertà a mamma e papà, aiutandoli a ri-scoprirsi anche come coppia affettiva. Qualcuno penserà che questo è l’ennesimo esperimento per non far diventare mai grandi i neo-genitori, per non aiutarli a imparare la fatica e la frustrazione implicitamente connesse al ruolo genitoriale che impone di non concentrarsi troppo sui propri bisogni per riversare invece le proprie energie sul piccolo nato. Questo è vero nei primi 3-6 mesi, superati i quali la coppia adulta ha bisogno di nutrirsi. Allevare e nutrire un neonato rischia di “de-nutrire” i bisogni emotivi e affettivi dei suoi genitori se mamma e papà non sanno ritrovare anche il tempo della coppia.
Le polemiche vengono invece mosse dai sindacati, preoccupati dei costi e delle ricadute sulle educatrici per problemi di organico, di contratto, e di contrasto di diritti, ma anche da chi vede in questa richiesta un gesto di egoismo, un esperimento che avrebbe come conseguenza la mancata elaborazione del ruolo genitoriale che impone di non concentrarsi troppo sui propri bisogni per riversare invece le proprie energie sul piccolo nato. Una proposta che, apparentemente, sembra dare una risposta puntuale ai bisogni concreti dei neogenitori. Ma che, in realtà, sembra occuparsi molto degli adulti, e poco dei bambini.
Gli psicologi intervistati a questo proposito, pur tutti unanimi nel sottolineare il difficile lavoro di ricostruzione degli equilibri della coppia dopo la nascita di un figlio, in realtà fanno un distinguo.
Da un lato la frequenza del nido durante la giornata rappresenta un arricchimento educativo per i piccoli, in quanto è in quello spazio collettivo che si apprende la socialità, la presenza di regole integrabili con quelle della famiglia, la capacità di gestire le piccole frustrazioni quotidiane. Il nido è lo spazio dove si moltiplicano gli apprendimenti, grazie alla relazione con i bambini più grandi, e dove si scopre una dimensione diversa rispetto a quella quotidiana con mamma e papà. Dopodiché, come tutti i contesti educativi, l’asilo nido è e deve essere uno spazio dai confini chiari e condivisi, anche dal punto di vista temporale, dopo il quale ci si incontra di nuovo con mamma e papà.
Da un altro lato, secondo alcuni pedagogisti, allungare l’orario (rendendolo serale o addirittura notturno ) di un asilo nido significa destrutturare profondamente i bambini. Secondo gli stessi che criticano l’iniziativa, molto diversa è invece la relazione con una baby sitter. Una baby sitter va a casa del bambino ed è lei che prende il ruolo dei genitori rispettando i rituali casalinghi, la sua possibilità di intervento educativo all’interno delle regole casalinghe è il legame che permette la sua presenza senza traumi.
Queste iniziative si stanno diffondendo su tutto il territorio nazionale, non sempre con successo. Nel 2012 il Comune di Salerno aveva lanciato il progetto “Genitori in libertà”, due sere a settimana per bimbi fino ai 3 anni; purtroppo il progetto è durato solo 2 anni, per motivi economici legati ai fondi pubblici. A Ferrara sull’onda della sperimentazione lombarda si stanno organizzando 3 nidi comunali, a Dicomano nel fiorentino il nido comunale apre una sera al mese a 10 euro dalle 20.00 alle 22.30. Trieste pensa ad un nido aperto 7 giorni su 7 con la possibilità di orari post cena, diversi nidi aziendali (a Genova, Mantova, Torino) aprono anche in orari serali, a Roma il nido “Buonanotte Fiorellino” rimane aperto tutta la notte…
Sarà un tentativo da parte dei Comuni di arginare la crisi economica che ha investito il settore, proponendo soluzioni più flessibili per i genitori, più competitive, oppure una presa di coscienza che le esigenze delle famiglie siano mutate e che bisogna quindi dare risposte adeguate anche con orari che consentano una migliore gestione familiare?
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