Addio al pannolino!

Avvicinandosi l’estate, in molti nidi si coglie l’opportunità per abituare i bambini più grandi a dismettere il pannolino. Togliere il pannolino è quasi un’arte: sull’argomento intervengono psicologi, educatori, pedagogisti, pediatri e neuropsichiatri. Al nido è soprattutto importante coinvolgere i genitori in questo passaggio importante, che diventa più semplice e tranquillo se riusciamo a creare un allineamento educativo con le famiglie. È bene condividere con loro l’intenzione prima di iniziare in modo che si sia tutti d’accordo sul da farsi e sul come fare, senza essere costretti a fare un passo avanti e due indietro perché non ci si è allineati. Sarebbe bene, quando si decide di iniziare a togliere il pannolino, che la mamma o il papà potessero dedicare qualche giorno al bambino (almeno 3/4 giorni), scegliendo un periodo tranquillo e a casa, nel proprio ambiente quotidiano.

A tale fine molti servizi educativi ritengono utile predisporre un vademecum per i genitori, in cui vengono forniti suggerimenti e consigli pratici per togliere il pannolino senza traumi, per aiutarli in questa fase molto delicata ed importante. Il vademecum per i genitori deve essere essenziale: non serve un trattato sullo spannolinamento (eventualmente si può integrare con un incontro organizzato al nido con psicologo e coordinatore), ma il suo obiettivo è quello di fornire alcune indicazioni base e alcune strategie e buone regole essenziali, come in questo esempio.

 

Vademecum per le educatrici

Quando il bambino frequenta l’asilo nido, le sue educatrici sono un importante punto di confronto per capire se vedono il bambino pronto anche da un punto di vista emotivo e non solo fisico o verbale. Non esiste un’età specifica per tutti i bambini, così come non esiste una stagione in cui per forza bisogna iniziare a togliere il pannolino “perchè così fan tutti”, o perchè è consuetudine in tutti i nidi.  E’ vero che in estate è più comodo per tutti e per tanti motivi, ma se il bambino dà i segnali giusti a novembre non è il caso di aspettare maggio/giugno dell’anno dopo. Si perde tempo e si permette ad un’abitudine che va comunque tolta di consolidarsi, rendendo poi più difficile il passaggio. Prima di tutto bisogna aspettare che il bambino sia pronto, senza forzare i tempi: ci possono essere bambini pronti già a 2 anni ed altri che invece hanno bisogno di crescere ancora un po’. La dimensione osservativa al nido permette di cogliere alcuni segnali che possono far capire che è il momento giusto per iniziare il “Progetto vasino”, segnali dal punto di vista fisico, psicologico e cognitivo, come ad esempio:

    • se tra i 18 e i 24 mesi osserviamo che dal punto di vista fisico il bambino ha il controllo della vescica e degli sfinteri: il segnale viene dalla constatazione che spesso il pannolino è asciutto, anche dopo qualche ora. Inoltre, quando ha già abbastanza coordinamento per camminare e mantenersi in equilibrio.

 

    • se è in grado dal punto di vista psicologico di “abbandonare una parte così importante di sè” (ci sono bambini che dopo esser stati in bagno hanno crisi di pianto, perché considerano i loro “bisogni” una parte del loro corpo e lasciarli nel vasino o nel water gli dà l’impressione di perdere una parte di se stessi). I segnali da cogliere a questo proposito sono diversi: se chiede di essere cambiato quando sente di avere il pannolino pieno o sporco, se avverte in qualche modo (anche non verbalmente) quando sta per fare i bisogni, se a volte si toglie il pannolino da solo, se è contento di parlare del vasino o leggere libri sull’argomento.

 

  • se è in grado dal punto di vista cognitivo di capire e svolgere semplici azioni che gli vengono richieste, e quindi se è pronto ad eseguire un compito adeguato alla sua età. Ad esempio, alzare e abbassare i pantaloni da solo, dirigersi verso il bagno, etc.

I più piccoli fanno meno fatica ad avvertire lo stimolo della cacca perché decisamente più forte di quello della pipì e potrebbero avvisare più facilmente per quella.
Più si va avanti più invece il bambino tende ad avvisare per la pipì ma a voler fare la cacca nel pannolino perché subentra l’imbarazzo e perché sbagliando spesso da piccoli parliamo di “cacca” per indicare cose sporche …così il bambino vuole fare la cacca in maniera nascosta, come fosse una cosa brutta e che non accetta di fare.

In questo ambito così delicato, le forzature possono avere effetti negativi, anche a lungo termine, come ad esempio:

  • Conflitto: se non gestito bene, può diventare una lotta tra bambini e adulti, con i bambini che si rifiutano categoricamente (ricordiamo che dai due anni il bambino entra nella fase del “NO”);
  • Stitichezza: il bimbo può provare paura e può iniziare a trattenere la pipì o la cacca;
  • Bassa autostima: può accadere che la sua autostima si abbassi, poiché si sente in colpa per non essere in grado di fare quello che gli adulti gli chiedono.
  • Ansia: è bene evitare di chiedere troppo spesso al bambino se deve fare la pipì perché diventa un’ossessione e si ottiene il risultato opposto ossia che ogni 10 minuti sia lui a chiedere di farla anche se non è vero.

 

GIOCHI

Al nido possiamo proporre alcuni giochi e attività che favoriscono l’abbandono del pannolino: attraverso il gioco i bambini elaborano molte cose, e il passaggio diventa meno difficile.

 

1. Cantare canzoni

Mi scappa la pipì papà” e “La canzone della cacca” sono solo due esempi celebri, ma ben vengano canzoncine inventate dalle educatrici e personalizzate ai bambini.

2. Raccontare storie

Grazie alle storie è più facile trasmettere concetti ai bambini. In più, l’uso di disegni aiuta il bambino a identificare le situazioni più facilmente. Ci sono innumerevoli storie in cui i protagonisti affrontano questioni legate all’uso del vasino.

3. Giocare con l’acqua: Travasi, giochi all’aperto con l’acqua  rafforzano l’idea di “continenza”, e aiutano il bambino a comprendere che “nulla si crea a nulla si distrugge”.

4. Manipolare fango, argilla, materiali morbidi: soprattutto di colore “marroncino”, suggeriscono l’idea della “cacca” e soddisfano la curiosità dei bambini nei confronti dei propri escrementi. I bambini manipolano, toccano e impastano questi materiali, e comprendono il mistero della cacca, facilitando l’abbandono del pannolino. Si possono creare degli impasti diversi che consentono al bambino di provare molte consistenze, anche ad esempio yogurt mescolato a orzo solubile, mollica di pane bagnato mescolato a cacao.


 

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